Un mese di blocco per YouTube in Egitto

Un mese di stop per YouTube in tutto l'Egitto, a causa di un cortometraggio pubblicato nel 2012 e ritenuto offensivo nei confronti del profeta Maometto.
Un mese di blocco per YouTube in Egitto
Un mese di stop per YouTube in tutto l'Egitto, a causa di un cortometraggio pubblicato nel 2012 e ritenuto offensivo nei confronti del profeta Maometto.

Sono trascorsi ormai quasi sei anni dalla prima volta in cui abbiamo parlato della questione e torniamo a farlo oggi poiché il più alto tribunale amministrativo d’Egitto ha stabilito che YouTube dovrà rimanere offline e irraggiungibile per un mese intero su tutto il territorio nazionale. La decisione è irrevocabile e definitiva.

Tutto ha avuto inizio nel 2012, con la condivisione di alcuni estratti da un film di 13 minuti prodotto negli Stati Uniti e intitolato Innocence of Muslims (in italiano L’Innocenza dei Musulmani), ritenuto offensivo nei confronti del profeta Maometto. All’epoca intervenne addirittura la Casa Bianca, con l’allora presidente Barack Obama che chiese a Google di rimuovere le clip al centro della polemica, ottenendo però dal gruppo di Mountain View un secco diniego nel nome della libertà d’espressione: il filmato fu reso irraggiungibile all’interno dei territori di Egitto, Libia, Indonesia e India, ma non a livello globale, poiché prendeva di mira una religione e non le persone che la praticano e la seguono.

Si iniziò a parlarne nelle aule di tribunale nel 2013 e, tra sentenze e appelli, si è giunti fino ad oggi. La decisione questa volta è definitiva e non potrà essere ribaltata. Da Google non sono ancora giunti commenti o dichiarazioni in merito. Va in ogni caso sottolineato come la natura di YouTube sia profondamente mutata negli ultimi sei anni, con la piattaforma oggi più attiva e attenta nel rimuovere contenuti che possono generare violenza o discriminazione.

Paradossalmente, la punizione inflitta dalla corte egiziana potrebbe innescare un effetto contrario a quello sperato, riportando in auge l’attenzione verso un film ormai quasi dimenticato. Il giudice ha inoltre stabilito che il Ministry of Communications and Information Technology dovrà occuparsi di rimuovere tutti i link che conducono alla visione in streaming o al download delle clip al centro della discussione.

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