YouTube e advertising, conviene ai videomaker?

Non sempre chi pubblica filmati su YouTube ottiene guadagni soddisfacenti dalla pubblicità mostrata sui propri video: è anche il caso di "Gangnam Style".
YouTube e advertising, conviene ai videomaker?
Non sempre chi pubblica filmati su YouTube ottiene guadagni soddisfacenti dalla pubblicità mostrata sui propri video: è anche il caso di "Gangnam Style".

Anche il business di YouTube, così come quello della maggior parte dei servizi targati Google, si basa sulla vendita di spazi pubblicitari agli inserzionisti. Nel caso del portale di video sharing, il denaro proveniente dalla visualizzazione di banner o spot è suddiviso tra il gruppo di Mountain View e chi pubblica le clip, ma a quanto pare non tutti i videomaker si ritengono soddisfatti dalle modalità di distribuzione dei ricavi.

Ne parla AllThingsD con un lungo articolo, che prende in considerazione come il crescente successo della piattaforma non stia andando di pari passo con il volume d’affari generato per i partner di bigG. Secondo il report, molti publisher ricevono il 55% di quanto generato dalle inserzioni, mentre il restante 45% finisce nelle casse di Google. Una percentuale inferiore ad esempio a quella relativa alla vendita delle applicazioni sugli store mobile, dove solitamente la soglia di ripartizione degli introiti corrisponde al 70%-30% di quanto ottenuto dalle vendite di app e giochi.

In termini concreti, la maggior parte dei partner che pubblicano filmati ottiene circa 2,50 dollari per ogni 1.000 visualizzazioni delle clip accompagnate da banner (quindi 2.500 dollari per un milione di riproduzioni), mentre alcuni arrivano a guadagnare quattro volte tanto. Prendendo come esempio il caso di “Gangnam Style”, la hit del rapper sudcoreano PSY che lo scorso anno ha sfondato il tetto del miliardo di click, il filmato ha generato 870.000 dollari nel mese di dicembre, grazie a 889 milioni di visualizzazioni (secondo la piattaforma TubeMogul specializzata nell’advertising video). Una cifra importante, ma che si riduce a meno di un dollaro ogni 1.000 click sul pulsante Play.

Tra i publisher serpeggia dunque un po’ di malcontento, che in qualche occasione ha portato addirittura al parziale abbandono di YouTube in favore delle alternative disponibili in Rete. È il caso di Freddie Wong, vero e proprio talento nell’ambito degli effetti speciali, che nonostante i milioni di fan iscritti ai propri canali ha deciso di fondare un portale tutto suo, RocketJump, nel tentativo di ricavare più denaro dalla condivisione online dei filmati.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti