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Un risparmio energetico del 10% è la nuova arma promozionale che perpetua le strategie di marketing con le quali Microsoft sta spingendo il nuovo Windows Server 2008 e soprattutto la nuova tecnologia di virtualizzazione che si accompagna al sistema operativo.
A rimanere aderenti ai fatti però sembrerebbe esserci poco di cui vantarsi: il risparmio del nuovo Windows per server è tale unicamente se confrontato con la precedente versione del 2003, mentre a tutt’ora non è arrivata notizia di confronti più interessanti fatti ad esempio con sistemi Linux. A fare da metro di paragone nello specifico è stata l’installazione di Windows Server 2003 R2 Enterprise x64 Edition (SP2) su un sistema dual core con 4GB di RAM.
La differenza dunque è merito del migliorato ed automatizzato sistema di gestione della potenza e delle
di virtualizzazione. Uno dei molti obiettivi della tecnologia in questione infatti è di poter eseguire diversi sistemi su una medesima macchina risparmiando moltissima potenza senza sacrificare la capacità di calcolo. Ancora più in là da Redmond affermano che Hyper-V, la loro tecnologia di virtualizzazione, è decisamente un passo avanti rispetto a tutte le altre.
Ma non è solo per motivi di risparmio energetico che Redmond ci tiene così tanto alla sua tecnologia di virtualizzazione. Essa è anche una parte fondamentale della strategia Dynamic IT, il piano di Microsoft per rendere il proprio ambiente sempre più flessibile ed aperto alla concorrenza. In un continuo sforzo verso
, Hyper-V potrebbe essere una carta importante, tale da dimostrare la volontà di non rimanere chiusi nel proprio mondo ma essere pronti alla contaminazione, cosa che da parte di Redmond non è più una notizia.