WikiLeaks: Apple e la guerra ai prodotti contraffatti

WikiLeaks: Apple e la guerra ai prodotti contraffatti

Oltre che dalla sempre più agguerrita concorrenza, Apple è costantemente impegnata a difendere il proprio business anche dall’illegale mercato dei prodotti contraffatti. Per capire quanto siano estese le dimensioni del fenomeno, basta ripescare una notizia pubblicata nei mesi scorsi, quando sul territorio cinese sono addirittura stati scoperti alcuni

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per intero. La società di Cupertino non si è però attivata solo di recente per porre rimedio a questa piaga, come riportato nelle nuove rivelazioni di WikiLeaks.

I cable diffusi dal sito di Julian Assange contengono

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relative a un team interno all’azienda californiana, costituito nel 2008 con lo specifico obiettivo di combattere i produttori e i rivenditori di gadget tecnologici non autorizzati ispirati a quelli del catalogo Apple. L’intenzione iniziale di questa “task force” era quella di colpire in primo luogo i produttori cinesi, per passare poi, in collaborazione con le forze dell’ordine, a negozi e rivenditori online che si occupano della loro commercializzazione.

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Nella sua battaglia, Apple non ha però trovato sostegno nelle istituzioni cinesi, tanto che secondo quanto trapelato, nel marzo 2009 gli enti locali hanno rifiutato di condurre un’indagine su un impianto sospettato di produrre cloni dei computer portatili Apple, in quanto una simile iniziativa avrebbe messo in pericolo molti posti di lavoro. Sempre stando alla documentazione diffusa da Wikileaks, un fatto analogo è avvenuto anche nella provincia di Guangdong, dove non è stato possibile portare a termine un raid all’interno di un negozio di elettronica, in quanto avrebbe influito negativamente sulle vendite dell’intera zona.

Non trovando collaborazione nelle autorità locali per contrastare il fenomeno, Apple sembra dunque intenzionata ad agire nell’unico modo possibile, ovvero estendendo l’efficacia e la distribuzione in Cina dei propri store ufficiali. Sono solamente quattro, al momento, i punti vendita presenti in tutto il paese, ai quali se ne aggiungerà presto un quinto in preparazione nell’area di Hong Kong.

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