Web politica, inseguendo Obama

Web politica, inseguendo Obama

Com’era naturale, con l’insediamento di Obama è stato realizzato un

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. Lo stile dell’impaginazione, lo spazio riservato ai video e i richiami alle opportunità di “partecipazione” ricordano il sito di Obama durante la campagna elettorale (con inevitabili differenze dovute alla tradizione e alla natura istituzionale del sito).

Se guardiamo il menù orizzontale, troviamo che la prima voce (Briefing Room) ha come sottovoce “The Blog”, anche se l’aspetto della pagina che si apre non è propriamente quello di un blog. È più un punto di raccordo e di rendicontazione, di discussioni che avvengono in altri spazi riservati ai blog (a iscrizione e filtrati). L’aspetto tradizionale del blog lo ritroviamo nella

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sul sito personale ufficiale, ancora in piena attività.

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Se andiamo a fare un rapido confronto con il

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, la cui Home page è molto più tradizionale e statica, troviamo che nel menù verticale la prima voce è riservata a “Il presidente Silvio Berlusconi” e ad una sua fotografia non recentissima.

Obama e il suo staff cercano quindi di trasmettere ai cittadini americani il senso di una loro centralità, mettendoli “in primo piano” attraverso la comunicazione e l’evocazione di molteplici opportunità di partecipazione. Ad esempio, si potranno leggere e quindi commentare tutte le leggi “non di emergenza” per cinque giorni prima della loro approvazione, “prima della firma del Presidente”. Si tratta solo di un’operazione di Web marketing politico? E quali sono le differenze rispetto al Web marketing politico riscontrabile sul sito del governo italiano?

Al momento, sembra di poter dire che Obama sta “dislocando” le strategie del marketing politico approfittando delle nuove piattaforme mediali e intrecciando la retorica della partecipazione con l’offerta di opportunità al momento più “consultive” che partecipative. E probabilmente questa è la strada del Web marketing politico del futuro.

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