VeryBello sotto collaudo

Il sito turistico del Ministero di Franceschini potrebbe essere collaudato per sancire la validità del contratto.
VeryBello sotto collaudo
Il sito turistico del Ministero di Franceschini potrebbe essere collaudato per sancire la validità del contratto.

Che fine farà VeryBello, il famigerato sito del Mibact ideato per gli appuntamenti culturali durante il semestre Expo 2015? A quanto sembra, il suo destino è legato a un collaudo che lo stesso ministero ha chiesto in collaborazione con l’Agid. Le norme prevedono infatti che un sito della pubblica amministrazione risponda a dei criteri di accessibilità presenti nelle linee guida dell’Agenzia diretta da Alessandra Poggiani. Questo significa che il sito rischia la chiusura, oppure chi l’ha realizzato dovrà mettervi mano se vorrà essere pagato secondo contratto.

L’ipotesi annullamento del contratto era stata paventata subito nei primi giorni dopo lo scandalo sollevato alla vista delle incredibili lacune del sito presentato lo scorso 24 gennaio a palazzo Chigi dal ministro Dario Franceschini. Il titolare della cultura e del turismo ha sempre difeso il sito, spiegando che i problemi emersi sarebbero stati risolti e rivelando il costo della sua realizzazione. Secondo alcuni, tuttavia, l’eventuale assenza di criteri specifici nel contratto stipulato dopo il bando tra la LolaetLabora srl e il Mibact potrebbe causare il suo annullamento.

VeryBello: due scenari

Il collaudo che alcune fonti sostengono verrà fatto al sito risponde alle esigenze previste dalle Linee guida per i siti web della PA, già elaborate a suo tempo da DigitPA insieme alla Funzione Pubblica e a Formez (oggi tutto riassunto nei testi dell’Agid) nonché rispetto alla normativa vigente sull’accessibilità: avviamento progetto, analisi dei requisiti, disegno e progettazione tecnica, sviluppo e migrazione, collaudo e messa in esercizio, gestione; tutto deve rispondere a precisi passi, il cui mancato rispetto potrebbe anche produrre l’annullamento del contratto, e di fatto la chiusura dell’esperienza verybello. Se infatti il sito non corrisponde, com’è evidente, ai requisiti di legge sull’accessibilità, il collaudo – che non è una consulenza dell’Agid, ma vedrebbe l’agenzia prestare, in caso, le sue competenze lasciando piena titolarità al ministero – potrebbe soltanto registrarne l’assenza e segnalarla. A quel punto gli scenari sono due:

  • Problema contrattuale. Il contratto tra Mibact e Lola non prevede i requisiti indispensabili ai siti web della pubblica amministrazione. Il contratto è nullo.
  • Problema di esecuzione. Il contratto prevede tutto quanto, ma chi ha realizzato il sito è stato manchevole. In tal caso, il Mibact in seguito all’esito negativo del collaudo ha la possibilità di chiedere l’implementazione del sito prima di pagare gli autori.

VeryBello: un caso controverso

VeryBello resta un caso particolarmente controverso di sito istituzionale, molto criticato non tanto per i costi o le finalità, quanto piuttosto per la rappresentazione perfetta della scarsa cultura digitale nei vertici decisionali. Insieme al tema, importantissimo, del turismo digitale, è stato protagonista anche di una puntata di PresiperilWeb, dove si è riassunta la vicenda e provato ad immaginare ora cosa si potrebbe fare del sito. Sempre ammesso che non rischi di chiudere oppure finisca nell’affollato limbo dei siti web istituzionali finiti male.

Aggiornamento: Alessandra Poggiani smentisce

La direttrice di Agid, però, smentisce che esista un collaudo su verybello in base a un rapporto tra Mibact e Agid. La questione è più complessa e riguarda più verticalmente un altro sito molto discusso, Italia.it:

Il Ministero ci ha chiesto una mano su tutti i loro siti, nel quadro di un rapporto che, in futuro, quindi d’ora in avanti e non per il passato, ci consentirà di migliorare il rapporto tra PA e cittadini. Non vedo come l’Agenzia possa intervenire su contratti terzi, già stipulati, non abbiamo e neppure pretendiamo il potere di annullare contratti in essere tra il ministero e società. E non facciamo collaudi, non è il nostro mestiere.

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