La più grande causa di cybersquatting mai giunta a termine ha proclamato la vittoria di Verizon su chi ha utilizzato i suoi marchi per registrare indebitamente decine di domini ingannevoli. La società di telefonia statunitense sarà risarcita di 33,15 milioni di dollari.
A pagare sarà OnlineNIC, società di registrazione domini con sede a San Francisco, colpevole di aver registrato ben 663 diversi domini (ognuno multato di 50 mila dollari) con parole e nomi molto facilmente confondibili con prodotti e servizi della nota compagnia, la quale è anche parte della
[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Manager
, una coalizione no profit contro il cybersquatting. Una vittoria legale così netta è arrivata soprattutto grazie al fatto che
nessuno della OnlineNIC si è presentato in aula, nessuno ha risposto alle convocazioni e nessuno ancora si è fatto vivo. Sembra dunque sempre più difficile che Verizon possa effettivamente incassare i soldi che ora gli spettano per volere del giudice.
La società infatti non è più un registrar autorizzato dalla ICANN dal 2006 e negli anni non ha cercato di trarre vantaggio solo dai nomi legati al marchio Verizon, ma anche da tutto ciò che ruota intorno a compagnie come Google, MySpace, Yahoo, Wal-Mart e Adidas, operando molte tecniche diverse per celare la propria reale identità.
Sarebbe tuttavia limitativo vedere la causa solo come un modo per essere rimborsati di un danno, come
[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Manager
giustamente Sarah Deustsch, vice presidente Verizon: «
Il nostro caso manda un messaggio chiaro ai cybersquatters che continuano a fare profitti ingannando i consumatori. Verizon intende continuare a prendere tutte le contromisure necessarie a proteggere il proprio marchio e i consumatori dalle frodi e dagli abusi in rete».
Se vuoi aggiornamenti su su questo argomento inserisci la tua email nel box qui sotto:
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni
relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi
dell'informativa sulla privacy.