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Ventiquattro ore e il gioco è fatto: l’account Facebook è stato rubato con successo. Un ricercatore brasiliano e un esperto spagnolo di social network hanno scovato due Face-bug non poco allarmanti. Dal Brasile e dalla Spagna, arrivano quindi dei suggerimenti viola privacy.
In particolare, per rubare un account
«Le persone hanno semplicemente ignorato il pericolo insito nell’aggiungere un contatto senza controllare che sia autentico. I social network possono essere fantastici, ma le persone fanno errori. La privacy è una questione di responsabilità sociale».
Che sia sbagliato e illecito rubare l’identità virtuale, su Facebook o semplicemente sulla casella di posta elettronica, è risaputo. Eppure in questo caso il problema non è del social network in sé o del suo rispetto della
Dalla Spagna, invece, Alfredo Arias, alias @minipunk, sostiene che basta scovare l’email della vittima e di un suo conoscente e inviargli un messaggio di posta a nome di quest’ultimo, totalmente ignaro della cosa – online è possibile trovare ogni tipo di servizio di questo tipo, anche completamente gratuito.
Un’email credibile, che possa persuadere la persona danneggiata a cliccare su un sito web o a confidarci qualche dato sensibile, può così trasformarsi in un pacco bomba. Non consigliamo di provarci, e ricordiamo che tutto questo è assolutamente illegale e rischioso – per non dire immorale.
Il codice penale, all’articolo 494 intitolato "Sostituzione di persona", recita:
«Chiunque, al fine di procurare a sé o ad altri un vantaggio o di recare ad altri un danno, induce taluno in errore, sostituendo illegittimamente la propria all’altrui persona, o attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, è punito, se il fatto non costituisce un altro delitto contro la fede pubblica, con la reclusione fino a un anno».
A voi la scelta quindi. Nel caso in cui, invece, sospettate di esser vittima di