UE, mancano le competenze informatiche

In Europa mancano 700 mila professionisti della tecnologia: il 90% dei posti di lavoro nel prossimo decennio necessiteranno di competenze informatiche.
In Europa mancano 700 mila professionisti della tecnologia: il 90% dei posti di lavoro nel prossimo decennio necessiteranno di competenze informatiche.
UE, mancano le competenze informatiche

L’Europa soffre di una carenza di Information Tecnology che avrà gli effetti di una carestia: è il poco esaltante scenario descritto da un report della Commissione Europea realizzato per la E-Skills week (si chiuderà il 30 marzo a Copenhagen) sulle competenze del vecchio continente, che spiega come nel 2015 il 90% dei posti lavoro necessiterà di competenze informatiche, ma mancano all’appello almeno 700 mila professionisti con queste conoscenze.

Un bel paradosso nell’Europa della crisi occupazionale (il 21% tra i giovani) che non potrà che peggiorare senza adeguate contromisure. Basti pensare che nel 2020 è previsto un aumento di 20 milioni di posti di lavoro legati all’ITC e una riduzione di 12 milioni di posti a bassa qualifica: l’information tecnology rappresenta il 5% del PIL europeo e ha continuato a crescere ad un tasso annuo del 3% anche dopo il 2008 e la crisi mondiale. Che fare?

Secondo la Commissione, è necessario spostare gli investimenti nella crescita delle competenze informatiche, sapendo però che le percentuali di occupazione e stabilità tipiche dei lavori classici non sono più possibili: le nuove occupazioni sono più flessibili, meno stanziali anche geograficamente, ma rappresentano una voce concreta nel bilancio molto negativo dei giovani laureati europei, che non riescono assolutamente a trovare impiego come le generazioni precedenti con titoli di studio uguali o inferiori.

Aver identificato questo deficit culturale che si trasforma in deficit strutturale è già un primo passo. Ma anche la politica deve cambiare passo. Su ZDNet, Charlie Osborne nella rubrica iGeneration cita le risposte inadeguate di Bruxelles in merito a questo problema, come fosse solo una questione di libertà di istruzione:

È questo tipo di tecnofobia e una mancanza di comprensione che minacciano l’economia digitale del futuro dell’Unione europea. Mentre gli Stati Uniti e la Cina mostrano già i segni di una ripresa economica, l"UE rischia di affondare per mancanza di investimenti e priorità. Ci sono esempi di progetti che attualmente operano all’interno dell’Unione europea, ma potrebbero non essere sufficienti a sopportare l’impatto richiesto per occupare non solo le migliaia di posti vacanti, ma per compensare un’economia sempre più digitale.

Non c’è nessun giovane europeo che non sappia utilizzare uno smartphone o non conosca gli ultimi videogame più spettacolari: forse però è venuto il momento di capire a fondo che le competenze informatiche servono a ben altro in una economia in rapida digitalizzazione. Assimilare a livello strutturale tale consapevolezza potrebbe offrire al continente una opportunità di rilancio supplementare.

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