Twitter censura l'account neonazista

Per la prima volta Twitter ha intrapreso un'azione di censura: contro un gruppo neonazista tedesco.
Per la prima volta Twitter ha intrapreso un'azione di censura: contro un gruppo neonazista tedesco.
Twitter censura l'account neonazista

Twitter aveva comunicato mesi fa, tra lo sconcerto dei fan del «tweets must flow», il flusso ad ogni costo, che avrebbe bloccato i singoli account che avessero leso le leggi locali, soprattutto per quanto riguarda i diritti umani (arrivando quindi, per converso, a difenderli anche contro le disposizioni dei tribunali, come nel caso di Occupy). E così è stato: in Germania Twitter ha bloccato la possibilità di accedere a un account che propaganda simpatie neonaziste. Un blocco specifico, che assume la richiesta delle autorità locali. Nel resto del mondo, infatti, l’account è regolarmente visibile.

L’account @hannoverticker è stato bloccato dopo l’arrivo di un fax (vedi qui) spedito in california dalla polizia di Hannover lo scorso 25 settembre. Nel documento si spiega che l’associazione è stata bandita come organizzazione criminale dal ministro degli Interni della bassa Sassonia, che ha disposto la cancellazione di tutti gli account su tutti i social network. Da qui la richiesta alla società californiana, che ha provveduto e comunicato con un tweet di Alex MacGillivray, responsabile della policy aziendale:

Il primo caso di museruola a un cinguettìo è anche la prova della trasparenza che Twitter aveva promesso in caso avesse preso una decisione del genere. Promessa mantenuta, vista la pubblicazione dello scambio di comunicazioni tra autorità locali e il microblogging. Certamente sarà difficile lamentare una censura, poiché si parla di un gruppo apertamente xenofobo che ha distribuito materiale razzista nelle scuole, inviato video messaggi abusivi a funzionari dello stato e minacciato fisicamente più di una volta gli immigrati.

Ora tutto sta ad evitare che il metodo sia soggetto a equivoci (come accaduto al giornalista sportivo Guy Adams, censurato durante i giochi olimpici), oppure venga utilizzato in quei paesi dove invece le forze dell’ordine rispondono a dittature che calpestano i diritti civili, invece di difenderli. Twitter è spesso un rifugio per dissidenti, attivisti e combattenti per la libertà – come nel caso della primavera araba – e senza dubbio queste persone sono tutto fuorché neo-naziste. Tuttavia, il metodo specifico, la trasparenza delle comunicazioni, e il fatto che Twitter abbia impiegato dieci mesi prima di passare dalle parole ai fatti, la dice lunga sull’attenzione riservata a questa tecnica, che ha ovviamente potenzialità sia positive che molto negative. Un’arma a doppio taglio da utilizzare con estrema cautela.

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