Timbuktu, la rivista dei bambini su iPad

Timbuktu è un progetto tutto italiano per la realizzazione di una rivista per bambini pensata per una fruizione su iPad.
Timbuktu, la rivista dei bambini su iPad
Timbuktu è un progetto tutto italiano per la realizzazione di una rivista per bambini pensata per una fruizione su iPad.

Una rivista per iPad, nata specificatamente per un’utenza di tenera età. Il suo nome è Timbuktu e nasca dalle menti di Elena Favilli (Editor in Chief, già redattrice de Il Post), Francesca Cavallo (Creative Director), Olimpia Zagnoli (Art Director) e Julian Koschwitz (Interaction Art Director). Interessante il fatto che la realizzazione del progetto sia stata possibile grazie al premio ottenuto nel Working Capital 2010 di Telecom Italia, che ha intravisto nell’idea i margini per un esperimento di buona riuscita e di fondata credibilità.

La rivista digitale si basa su illustrazioni e contenuti educativi in lingua inglese. Spiega Elena Favilli, a capo del progetto: «Volevamo fare una rivista digitale dove i bambini potessero trovare il meglio della ricerca sull’immagine per bambini e il meglio delle potenzialità di interazione offerte dall’iPad. E volevamo farne un posto in cui potessero coltivare la loro curiosità e la loro incredibile forza». La tecnologia è pertanto alla base del formato e della comunicazione scelti, basando il tutto su standard open source e sull’HTML5.

Altre buone notizie? Timbuktu è gratis. E a prescindere dal pubblico a cui è rivolto, a prescindere dal fatto che è stato ideato da una delle redattrici del Post, se avete un iPad vi consigliamo di scaricarlo: restituisce fiducia nella possibilità di fare cose belle, intelligenti, pensate.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=aUcYXvuX_os[/youtube]

Olimpia Zagnoli, Art Director Timbuktu, spiega che l’idea sia nata dalla volontà di creare qualcosa di diverso per i bambini, uscendo dagli standard tradizionali con cui si comunica con questo particolare tipo di pubblico. La bontà del progetto potrà essere giudicata soltanto in divenire, ma il principio regala al progetto un meritato palcoscenico: «Siamo un gruppo di persone che ancora crede nella possibilità di fare del mondo un posto migliore in cui vivere, e pensiamo che bambini e tecnologia sia un buona combinazione da cui partire».

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