Tim Cook ricorda il compleanno di Steve Jobs

Tim Cook ha ricordato Steve Jobs nella giornata del suo compleanno: non si tratta di un evento ufficiale, però, bensì di alcune considerazioni su Twitter.
Tim Cook ricorda il compleanno di Steve Jobs
Tim Cook ha ricordato Steve Jobs nella giornata del suo compleanno: non si tratta di un evento ufficiale, però, bensì di alcune considerazioni su Twitter.

Se fosse ancora in vita, Steve Jobs avrebbe compiuto ieri 59 anni. Una data, quella del 24 febbraio, che suscita sempre una certa nostalgia fra gli appassionati, sebbene le commemorazioni vadano di anno in anno scemando, anche perché dal ricordo al cliché annuale il passo è breve. E sarà forse per evitare la banalità che Tim Cook ha deciso di non optare per una celebrazione ufficiale, bensì di affidarsi a un breve commiato su Twitter.

Nulla di esagerato, nulla di ufficiale: Tim Cook ha voluto omaggiare il suo predecessore con due semplici citazioni pubblicate sul microblogging del cinguettio. Prima con l’ormai iconico «Stay hungry, stay foolish» – «Siate affamati, siate folli» – pronunciato nel 2005 all’Università di Stanford. Poi con l’attenzione maniacale che il compianto iCEO ha sempre accordato al dettaglio, perché è proprio la cura dei più impercettibili elementi che rende i prodotti Apple così apprezzati.

«Nel ricordo del mio amico Steve nel giorno del suo compleanno. “Siate affamati, siate folli». Lo onoriamo continuando quel lavoro che ha amato tanto. […] “I dettagli contano, vale la pena attendere per far tutto bene”.»

Un’attenzione al dettaglio che di certo non è stata dimenticata dalla società oggi guidata da Cook, nonostante gli alti e bassi che ne hanno caratterizzato il percorso nell’ultimo anno. Ne sono dimostrazione i tanti dispositivi – iWatch e iTV fra tutti – di cui si parla da oltre un triennio, ma mai apparsi sul mercato. Sì, perché Cupertino si sta concentrando su quegli elementi che rendono un device grandioso, l’interfaccia grafica piacevole e usabile, i materiali che siano esteticamente gradevoli ma duraturi. Un’Apple che, nonostante ancora viva sull’eredità proprio di Jobs, ha forse bisogno di trovare una nuova identità, svincolata dal fantasma di un così onnipresente fondatore. Un’azienda che non ha tuttavia perso la propria visione, né la capacità di stupire, così come si è già visto per la campagna di festeggiamenti in onore dei 30 del primo Macintosh. Nonostante i fisiologici ritardi accumulati nel 2013, a cui si aggiunge una concorrenza spietata, è proprio il caso di dirlo: la mela morsicata non ha perso la voglia di essere affamata, non ha abbandonato la necessità di essere folle.

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