The Week: il settimanale per gli under 40 dal Web all'edicola

The Week: il settimanale per gli under 40 dal Web all'edicola

Ci sono giornali metropolitani, di quartiere, dedicati ai giovani, alle comunità di interesse. Ma c’è soltanto una testata che mette la data di scadenza ai giornalisti e ai suoi lettori: The Week. Il giornale online dedicato a chi è nato dopo il 1° gennaio 1970 (insomma, ai 26 milioni di under 40 in Italia) sta per fare il grande salto verso l’edicola.

Questo settimanale sta seguendo la medesima evoluzione del “Fatto Quotidiano”: prima soltanto online in una versione giornaliera creata anche per pubblicizzare l’abbonamento “a scatola chiusa”, ora in versione cartacea.

Al centro dell’impresa Mario Adinolfi e una redazione che si presenta subito, com’era ovvio, nella sua anagrafica e nelle modalità dei media 2.0: basta dare un’occhiata alla pagina dei fondatori per scoprire la loro età (rigorosamente under 40) e per contattarli tramite la loro pagina ufficiale in Facebook o il loro account su Twitter. Naturalmente il magazine ha una sua pagina ufficiale sul social network.

Il sito internet ha in queste settimane raccolto una serie di articoli, dagli interni e dall’estero, sulla politica, la cultura. Ha una sezione tecnologica e una sul lavoro: argomento molto a cuore alla generazione precaria per eccellenza. La versione cartacea avrà uscita settimanale, il primo numero verrà presentato il 25 novembre nella Capitale, mentre il giorno dopo sarà in edicola a 3.50 euro. In rete costa un euro.

Nel primo numero parliamo della crisi di governo e la copertina spiega come. Pubblichiamo l’elenco dei venticinque grandi vecchi che dominano politica, editoria, banche, finanza, industria e anche cultura e spettacolo, con accanto le loro età. Così si capisce meglio. Più una serie di dati statistici sulla presenza degli under 40 nelle posizioni di potere. Presentiamo la manifestazione di sabato della CGIL e ne spieghiamo le contraddizioni. Pubblichiamo un piccolo scoop sulla vicenda Finmeccanica. Parliamo di Emanuela Orlandi e di Sabrina Misseri, di Chiara Geloni e Pierluigi Bersani.

Nell’indice del primo numero si trovano 3.049 occasioni di lavoro in Barclays o in Piaggio, in Kpmg o in Geox, in Eni o presso l’Unione europea, un dossier sui passi per diventare giornalisti, un reportage sulla strage di giovani in Iran, un’analisi su X-Factor e altro ancora.

Ogni nuova iniziativa editoriale va sempre ben accolta, in un Paese che ha le peggiori statistiche di lettura in Europa, ma soprattutto “The Week” ci permette di sottolineare due aspetti importanti: l’italianità (esaltante il giornale di Murdoch sull’iPad, ma pur sempre mesi prima del lancio e in un parte del globo che non ci riguarda), e soprattutto il passaggio dal Web al cartaceo. Una direzione contraria al solito, che in pochi hanno il coraggio di intraprendere.

Funzionerà? Dipende dalla qualità dei pezzi, dalla linea, dalla distribuzione. Di certo, se funzionasse, sarebbe il secondo caso di passaggio fortunato dalla pubblicazione online a quella cartacea. Alla faccia di chi si ostina a considerare i due supporti inconciliabili e in competizione.

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