Telecom nel mirino di AGCOM e dei provider italiani

Telecom nel mirino di AGCOM e dei provider italiani

Non c’è “pace” per Telecom che in queste settimane è sotto un “fuoco incrociato” di accuse e di dubbi sui suoi piani industriali da parte di associazioni, enti e provider.
Se Altroconsumo continua imperterrita la sua battaglia per impedire l’aumento del canone Telecom, arrivano oggi due nuovi grattacapi per l’incumbent nostrano.

Inizia l’AGCOM che sprona Telecom a rivedere pesantemente gli impegni presi e sottoscritti per la gestione della sua rete (presente e futura).
Quello che l’incumbent ha promesso non basta, sottolinea, l’AGCOM, perchè bisogna garantire che la futura rete di seconda generazione sia aperta a tutti.

Telecom infatti avrebbe promesso di far accedere tutti i provider alla sua futura NGN (Next Generation Network), ma alle sue condizioni. Come dire che nulla cambierebbe rispetto ad oggi perchè Telecom potrebbe fare il bello e il cattivo tempo offrendo ai provider canoni d’utilizzo della rete troppo elevati, mentre lei offrirebbe abbonamenti a prezzi ultra competitivi non replicabili ovviamente dagli altri.

Dunque l’AGCOM sottolinea come l’accesso dovrà essere garantito a tutti ma ad un prezzo che verrà deciso non da Telecom ma dalla divisione Open Access supervisionata dall’Autority stessa. Per chi non si ricordasse Open Access è la struttura che dovrebbe nascere dallo scorporo della rete Telecom.

Telecom inoltre dovrà: condividere le infrastrutture di rete di zona (solo però se non è presente nella zona in questione un altro operatore dotato di fibra ottica o di altre infrastrutture), e semplificare i procedimenti burocratici oggi troppo macchinosi.

L’AGCOM istituirà inoltre un comitato che dovrà vigilare e risolvere eventuali contenziosi tra i provider.
Insomma a Telecom è stato chiesto molto, ma sono tutte richieste legittime per ridare linfa ad un settore come quello della banda larga troppo “soffocato” dal predominio Telecom.

Ma se l’AGCOM pretende molto, altri operatori nel frattempo scendono in campo ed attaccano il monopolio di fatto di Telecom.
Bt Italia, Colt, Fastweb, Tele2, Tiscali, Vodafone, Welcome Italia e Wind accusano pesantemente l’Incumbent nostrano e sollecitano l’AGCOM ad intervenire con urgenza.

L’accusa è la solita: impossibilità di replicare offerte competitive a causa delle alte tariffe imposte da Telecom per l’accesso e l’affitto della propria rete.
Vista l’accusa non mi stupisco troppo della presa di posizione dell’AGCOM sui piani futuri di Telecom in merito all’accesso della futura “super rete”.

La palla ora passa a Telecom che dovrà in tempi rapidi decidere. Dalla sua decisione dipenderà il futuro della banda larga italiana.

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