Lo streaming abbatte la pirateria: nuova ricerca

Le piattaforme di streaming musicale sono davvero efficaci nel limitare il fenomeno della pirateria: è quanto rivela una ricerca condotta nel Regno Unito.
Le piattaforme di streaming musicale sono davvero efficaci nel limitare il fenomeno della pirateria: è quanto rivela una ricerca condotta nel Regno Unito.
Lo streaming abbatte la pirateria: nuova ricerca

Lo streaming abbatte la pirateria, poiché modalità più semplice e immediata per soddisfare i desideri d’intrattenimento degli utenti. È quanto dimostra una nuova ricerca condotta nel Regno Unito, pronta a dimostrare un calo importante della fruizione di contenuti illeciti online dal 2013 a oggi.

Secondo quanto riferito dal Music Report di YouGov, dal 2013 al 2018 il download illegale di brani musicali è sceso del 18% nel Regno Unito, tanto che oggi il ricorso a singoli e album scaricati illegalmente coinvolge solo un ascoltatore su 10. Non è però tutto poiché, così come riferisce il BBC, fra coloro che ancora approfittando del download illecito di musica ben il 22% prevede di non far più ricorso a questa modalità entro 5 anni.

Secondo la maggior parte degli intervistati – un campione rappresentativo di 4.009 adulti nel Regno Unito – non avrebbe più senso approfittare della

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in era moderna, almeno sul fronte musicale. Le piattaforme di

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ormai propongono i brani di qualsiasi artista e, fatto non di meno conto, l’accesso a questi servizi è immediato, non richiede attese o competenze tecnologiche particolari. Così hanno spiegato gli stessi partecipanti al sondaggio condotto da YouGov:

È oggi molto più semplice ascoltare musica in streaming che piratarla. Servizi come Spotify hanno tutto, dalle nuove uscite alle vecchie canzoni: hanno riempito un vuoto, non c’è più bisogno di servirsi da fonti non verificate.

E proprio in merito alle fonti, lo streaming potrebbe aver segnato il suo colpo più duro. Il 37% degli intervistati, infatti, specifica come oggi sia più difficile trovare siti o piattaforme per il download illegale di musica, un fatto che si riflette anche sui servizi di P2P, meno popolati rispetto a un tempo. Rimane però in voga l’estrazione dell’audio dai formati video, ad esempio approfittando delle piattaforme di videosharing come YouTube, mentre il fattore che oggi contribuirebbe maggiormente alla pirateria è la tendenza all’

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. Quando un disco è distribuito in esclusiva su una singola piattaforma di streaming, a cui l’utente non ha accesso, il 44% degli utenti è più motivato a cercarlo su siti illegali.

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