Storia della Fotografia (prima parte)

Storia della Fotografia (prima parte)

Come già anticipato nell’articolo introduttivo, il primo a menzionare la sensibilità alla luce di alcune sostanze è stato il filosofo greco

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nel 350 a. C.; i primi accenni alla camera oscura si ebbero invece con lo studioso arabo Ibn al-Haytham, le cui basi furono necessarie come punto di partenza per il funzionamento completo descritto da
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nel XVI secolo.

Il poliedrico

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, nel 1550, fu il primo ad utilizzare una lente convessa in sostituzione di un semplice foro per ottenere immagini più nitide e luminose; pochi anni più tardi, il filosofo Giovanni Battista Della Porta consiglio l’utilizzo della camera oscura con
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anche nel disegno e nella pittura, e fu così che per tutto il secolo successivo, il XII, i pittori si avvalsero proprio delle camere oscure per ritrarre paesaggi.

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, scienziato tedesco, fu il primo a studiare e condurre con successo degli esperimenti sulle sostanze fotosensibili: nel 1727 si accorse che un composto di sali d’argento reagiva alla luce. Le scoperte di Schulze furono poi portate avanti dall’inglese
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, che sperimentò il nitrato d’argento, ma non poté completare i suoi studi a causa di problemi di salute.

In poche righe abbiamo riassunto le fasi fondamentali della nascita della fotografia: il vero passo da gigante fu compiuto però da un ricercatore francese, ma questo lo esamineremo nel prossimo articolo.

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