Startup Visa: nulla osta per startup dal mondo

Ai nastri di partenza il programma ministeriale per facilitare gli startupper extra-UE a stabilirsi in Italia. Ecco come funziona.
Startup Visa: nulla osta per startup dal mondo
Ai nastri di partenza il programma ministeriale per facilitare gli startupper extra-UE a stabilirsi in Italia. Ecco come funziona.

Gli imprenditori del mondo che intendono avviare una startup innovativa in Italia potranno usufruire da oggi di una serie di procedure molto più snelle e veloci. Si chiama Startup Visa ed è stata presentata oggi a Roma dal ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, presso l’acceleratore LUISS ENLABS. Il nuovo tipo di visto di ingresso è un nulla osta per tutti gli startupper extra-europei, che rispettino alcuni criteri.

La startup visa è il fiore all’occhiello del lavoro congiunto MISE-Farnesina nel piano “Destinazione Italia”, e si basa sulla profonda revisione del processo che fino ad oggi lo Stato adottava per attrarre (sarebbe meglio dire respingere) le imprese straniere. Questo processo, riassunto già tempo fa nelle linee guida del governo (pdf), è stato centralizzato, posto nel cuore dei due ministeri tramite un comitato di valutazione che ha 30 giorni di tempo per dare una risposta all’impresa.

Il sito e le regole

La vetrina di questa offerta attrattiva è ovviamente il sito – ben fatto e in inglese – preparato per gli interessati: basta visitare il sito italiastartupvisa.mise.gov.it per conoscere i requisiti ed essere condotti nelle varie fasi dell’accettazione della domanda. A una prima occhiata può sembrare complicato, ma in realtà è piuttosto semplice. La startup straniera che voglia stabilirsi in Italia deve rispondere ai criteri di startup innovativa della legge 221 e avere una disponibilità di risorse pari a 50 mila euro, dopodiché ci sono i passi per il visto ministeriale:

  • Compilazione del form. Lo startupper deve scaricare la documentazione, propria e sulla certificazione finanziaria, compilarla e spedirla al Comitato.
  • Il Comitato valuta la domanda entro trenta giorni e in caso positivo è il ministero a chiedere per conto dell’imprenditore il nulla osta alla Questura, velocizzando la pratica.
  • Una volta ottenuto il nulla osta, lo startupper entra in contatto con il proprio consolato per le questioni legate alla residenza e al visto di ingresso per lavoro autonomo.
  • Alla questura, con in mano nulla osta e visto d’ingresso, viene chiesto il permesso di soggiorno entro 8 giorni dall’arrivo in Italia.
  • Tutta la procedura è ulteriormente semplificata qualora la startup sia accolta da un incubatore certificato in Italia: sarà l’incubatore, infatti, a compilare una dichiarazione d’impegno.
Lo schema della startup visa in Italia per imprese straniere dopo l'intervento di semplificazione: ora c'è una tripartizione (Comitato interministeriale, Consolato, Questura) che velocizza tutta la prima parte dedicata alla valutazione della startup e alla comunicazione con gli altri ambiti dello Stato. Il resto è simile, ma in discesa.

Lo schema della Startup Visa in Italia per imprese straniere dopo l’intervento di semplificazione: da questo momento c’è una tripartizione (Comitato interministeriale, Consolato, Questura) che velocizza tutta la prima parte dedicata alla valutazione della startup e alla comunicazione con gli altri ambiti dello Stato. Il resto è simile al passato, ne rispetta gli ambiti, ma è in discesa.

La policy italiana impara a competere

Stefano Firpo, una delle menti dietro questo progetto e a capo della segreteria tecnica del MISE, ha sempre considerato la startup visa come l’altra colonna della policy italiana sulle startup insieme agli esimenti fiscali, al crowdfunding e ai finanziamenti agevolati, tutti gli aspetti economici che hanno da subito caratterizzato le leggi e i decreti del 2012/2013. Il concetto di fondo è che sono le caratteristiche di sistema (macroeconomiche, burocratiche, fiscali) a determinare la reputazione di un Paese sulla scena globale dell’imprenditoria innovativa: le semplificazioni amministrative, l’inedito regolamento sull’equity crowdfunding e gli alleggerimenti della tassazione sugli investimenti in seed e venture capital, sono misure che ora è giusto si confrontino sul mercato dell’attrazione di idee.

Dello stesso avviso il ministro Guidi, che così ha commentato questa novità:

Il nostro Paese è molto più attrattivo di quanto pensiamo, visto dall`estero. Italia Startup Visa è un ulteriore tassello della policy a favore delle startup innovative. Uno strumento volto a incrementare la capacità di attrazione del nostro Paese approfittando della crescente mobilità delle intelligenze e degli imprenditori innovativi su scala globale. Si tratta di un dovere morale, ovvero dare il massimo per supportare i giovani e il futuro del nostro Paese, ma si tratta anche di un servizio che facciamo a tutti i noi e al nostro modello di sviluppo industriale, affinché cresca ancora di più, soprattutto in competitività.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti