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SOPA (Stop Online Piracy Act) e PIPA (Protect IP Act), normative studiate per arginare il fenomeno della pirateria online che il Congresso USA voterà il 24 gennaio, continuano a far discutere soprattutto fuori dalle aule della politica statunitense. Al coro di protesta che ormai coinvolge un innumerevole numero di voci autorevoli del Web si aggiunge anche
, con un invito a firmare la petizione comparso sulla
del motore di ricerca.
“Per favore, non censurate il Web!”, questo il grido d’allarme che bigG lancia da una delle pagine più cliccate di Internet. E ancora “Fermate la pirateria, non la libertà“. Una preoccupazione giustificata quella del colosso di Mountain View, condivisa tanto dai navigatori quanto da chi gestisce in prima persona siti, portali o community.
Due proposte di legge, note come PIPA (Protect IP Act) e SOPA (Stop Online Piracy Act), hanno il potere di censurare il Web e causare gravi danni sull’attività delle imprese americane. Milioni di persone e imprenditori hanno già manifestato la propria opposizione.
Il Senato voterà il 24 gennaio. Fate sentire loro la vostra voce, firmando la petizione e chiedendo al Congresso di non approvare PIPA e SOPA, prima che sia troppo tardi.
Una
che, nonostante riguardi dal punto di vista giuridico solamente il territorio a stelle e strisce, presenta potenziali ripercussioni per l’intero Web. L’intento di tutelare il diritto d’autore rischia infatti di sfociare nella legittimazione di strumenti di censura e per la limitazione della libertà d’informazione in Rete, con i titolari del copyright nella posizione di esercitare pressioni per la chiusura o la messa offline dei siti.
Tra gli oppositori di SOPA e PIPA, oltre a Google, altri nomi illustri: Wikipedia, Mozilla, Creative Commons, Electronic Frontier Foundation, Free Software Foundation e molti altri. Maggiori informazioni sulle normative e sulle iniziative di protesta sono raccolte da
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