Sony stampa il suo primo vinile dopo 29 anni

Così come già annunciato qualche mese fa, Sony Music Entertainment è tornata a stampare vinili: il primo album è un grande classico di Billy Joel.
Sony stampa il suo primo vinile dopo 29 anni
Così come già annunciato qualche mese fa, Sony Music Entertainment è tornata a stampare vinili: il primo album è un grande classico di Billy Joel.

Il mercato del vinile è ormai inarrestabile: il formato, tornato da qualche anno con una certa prepotenza nei negozi, ha dimostrato di non essere soltanto un fenomeno passeggero. Le vendite del 2017 sono state record in tutto il mondo e, ormai già da qualche tempo, 33 e 45 giri hanno superato di gran lunga la digital delivery sul fronte della distribuzione. Una rinascita che non è passata inosservata agli occhi di Sony Music Entertainment, pronta a riaprire i suoi impianti di stampa in Giappone dopo 29 anni di inattività, così come annunciato qualche settimana fa. E ora vi è il titolo del primo LP che sarà disponibile per l’acquisto, in arrivo nei negozi il 21 marzo: “52nd Street” di Billy Joel.

Così come già accennato, verso la metà del 2017 Sony Music Entertainment ha annunciato il ritorno alla stampa dei vinili in Giappone, dopo quasi tre decenni di inattività, considerata l’elevatissima richiesta del formato sul mercato. E la produzione sembra essere ripartita davvero in tempo record, considerato come a pochi mesi dell’annuncio il gruppo abbia già a disposizione un nugolo ben nutrito di album pronti per la distribuzione. La scelta di artisti come Billy Joel, a cui si aggiungono altri musicisti nipponici come Eiichi Otaki, non è di certo casuale: si tratta dei primi album, infatti, scelti per inaugurare l’era del CD nel lontano 1982.

I vinili stanno riconquistando una grande popolarità perché il design delle copertine è impressionante, inoltre permettono agli ascoltatori di godere più profondamente dell’esperienza d’ascolto, poiché un piccolo sforzo extra è necessario per riprodurre i dischi.

[embed_twitter]https://twitter.com/AJWasahi/status/965828768437686273[/embed_twitter]

Questo trend è soprattutto evidente in Giappone, dove nel 2017 sono stati prodotti oltre un milione di dischi in vinile, pari a 10 volte le stampe totalizzate nel 2009, con ritmi praticamente sovrapponibili al 1990. E il mercato è destinato a ingrandirsi ulteriormente nei prossimi anni, senza nessuna battuta d’arresto. Nel frattempo, “52nd Steet” e la raccolta di Eiichi Otaki saranno proposti in edizione limitata, a circa 35 dollari ciascuno, proprio per celebrare la riapertura degli impianti.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti