Con la parola darknet (
Dopo l’uscita di
Con un
Ci si può infiltrare in grandi darknet, ma in reti formate da 10 amici? 20 amici? Una famiglia estesa? Sarà quasi impossibile sapere ciò viene trasferito al loro interno.
Di tenore totalmente opposto l’articolo di Janko Roettgers su
Ricercatori e critici del diritto d’autore usano esempi come questi [delle reti private] per controbattere contro i processi al file sharing, sottolineando (come fa Anderson nel suo pezzo) che aumentare la pressione legale non avrà altra conseguenza che spingere gli utenti nell'"underground". [Ma] la RIAA ha denunciato più di 30000 file-sharers in questi anni, eppure siti come
[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Managersono più popolari che mai. Persino paesi come la Germania, nei quali si sono registrate letteralmente centinaia di migliaia di cause contro il file sharing, vedono ancora buoni livelli di traffico P2P pubblico. È difficile credere che gli utenti si spaventeranno fino a nascondersi a causa delle paventate "notifiche di avvertimento" da parte dei loro ISP, che fra l’altro potrebbero non avere nessuna reale conseguenza.
Ma c’è anche un altro fattore per cui i sostenitori del P2P non vedono di buon occhio le darknet, e cioè che esse sono in realtà la negazione stessa della filosofia del file sharing, che prevede appunto la libera circolazione e condivisione dei file. L’esatto contrario di quanto avviene in una darknet, dove tutto gira intorno ad un nucleo ristretto, isolato e virtualmente irraggiungibile. Un argomento simile viene spesso usato contro i tracker BitTorrent che forzano gli utenti a registrarsi prima di poter effettuare i download, senza molta persuasione, in verità, giacché gran parte del successo del protocollo BitTorrent è dovuto proprio all’esistenza dei
Infine, esiste anche un altro punto, molto delicato, che spesso viene tirato in ballo quando si parla di network totalmente anonimi: se la mancanza di controlli fosse totale, i criminali veri (si pensi ai pedofili) avrebbero a disposizione una terra di nessuno dove poter commettere reati di natura ben maggiore del semplice scambio di una canzone.
Insomma, ben vengano le darknet, ma il P2P vero è un’altra cosa.