
Il 33% delle piccole e medie imprese intervistate, in occasione di una
L’indagine, che nei mesi di luglio e agosto ha preso in esame 315 società statunitense con meno di 1.000 dipendenti, ha evidenziato come dalle postazioni di lavoro sia ormai abitudine comune infrangere le direttive aziendali per accedere alle piattaforme 2.0. Per porre freno a questa tendenza, alcune realtà hanno deciso di sottoporre i propri dipendenti a corsi finalizzati proprio ad esporre i rischi legati ad attività di questo tipo.
Queste le parole di Sean-Paul Correll, ricercatore in forza a
I social network rappresentano di certo un’opportunità di incrementare il business per le imprese, ma al tempo stesso non sono esenti da rischi, legati soprattutto alla possibilità di essere colpiti da software malevolo e alla violazione della privacy.
Ecco le preoccupazioni principali delle aziende interpellate:
- diffusione non consentita di informazioni riservate (74%);
- malware (69%);
- calo della produttività (60%);
- danni all’immagine (50%);
- problemi legati all’eccessivo utilizzo della banda disponibile (29%).
Il 78% degli intervistati ha comunque dichiarato di utilizzare i social network come risorsa per il miglioramento del rapporto con i clienti, sia per operazioni di marketing che per fornire assistenza. Nel 69% dei casi la scelta ricade su Facebook, il 44% utilizza Twitter, il 32% YouTube e, infine, il 23% LinkedIn.