
Il 45% dei datori di lavoro sfrutta le informazioni condivise sui social network durante il processo di selezione dei collaboratori o al fine di controllare l’attività dei propri dipendenti. Il 35% di questi ha inoltre ammesso di aver bocciato una candidatura dopo aver scoperto messaggi offensivi, fotografie dal contenuto inappropriato o abitudini ritenute discutibili delle persone interessate.
Come riporta l’edizione online del settimanale
Ovviamente, ciò non impedirà ad addetti al personale e imprenditori di farsi un’idea dei lavoratori attraverso le informazioni circolanti in Rete, ma queste non potranno più rappresentare una prova da utilizzare qualora si manifestasse la necessità di ricorrere a vie legali. Va comunque specificato che la nuova legge non riguarderà piattaforme come
Il provvedimento prevede anche che, nel caso in cui per ragioni prettamente legate alla sicurezza si dovessero registrare telefonate o impiegare videocamere di sorveglianza negli ambienti lavorativi, le aziende saranno obbligate a informarne preventivamente il personale.