/https://www.webnews.it/app/uploads/2013/09/1235443_410069739104939_943094765_n.jpg)
Doveva essere la giornata di apertura di un bando di cui molto si è parlato, destinato alle imprese innovative del sud. Invece il 4 settembre, e anche il giorno successivo, è stato un flop per il bando SmartStart, gestito da Invitalia, l’agenzia del Ministero dello Sviluppo per l’attrazione degli investimenti (una volta nota come Sviluppo Italia). Nulla è andato come previsto e in Rete è scoppiata l’indignazione e anche un po’ di ironia.
Le giornate campali dei poveri startupper sono perfettamente raccolte sulla
#smartstart, ore12: apre lo sportello Invitalia per gli incentivi alle #startup innovative del Sud http://t.co/L21s4oWhMk
— Invitalia (@Invitalia) September 4, 2013
L’inghippo tecnologico è stata la procedura con mail certificata, che si è rivelata incompatibile con molti client e ha bloccato il flusso di codici di verifica di chi si stava registrando, creando un intasamento record. In breve tempo il sito
La valutazione sarà avviata secondo l’ordine cronologico di presentazione della domanda, ma le risorse finanziarie a disposizione saranno utilizzate per agevolare le sole iniziative che soddisfano i criteri di valutazione stabiliti. In ogni caso, al fine di assicurare parità di trattamento, sarà tenuto in debita considerazione il ritardo temporale tra il momento della registrazione e quello della effettiva ricezione dei codici di accesso rilevato dal sistema.
Un flop che la Rete non perdona
Facile immaginare le ironie di imprenditori e blogger, che hanno proposto le loro competenze per risolvere i gravi problemi tecnologici di chi, per lavoro, dovrà valutare le idee tech altrui. E il commento con più like è stato «presenteremo un progetto innovativo per rifare il portale per la presentazione delle domande».
Giancarlo Innocenzi Botti, ex Fininvest, già commissario nell’AgCom e sottosegretario alle Comunicazioni nel secondo governo Berlusconi, e il manager Domenico Arcuri, ex Deloitte, si giustificheranno? Al momento tutto tace. Il bando proseguirà senza altri scossoni? Difficile dirlo, ma sicuramente i primi vagiti di questo progetto per il rilancio del mezzogiorno in ottica startup sono stati un disastro. Altro che innovazione.
Qualcuno sa chi ha sviluppato #smartstart e quanto è costato?
— Riccardo Luna (@RiccardoLuna) September 5, 2013
Fondi a pioggia: sono utili?
Se
Il bando risponde a una logica molto diversa dalla policy finora mantenuta sulle startup: mentre il MISE e il MIUR lavoravano alle pre-condizioni per lo sviluppo delle imprese e al massimo aprivano a bandi con criteri premianti per davvero l’innovazione (ad esempio quello sulle
Per quale motivo, allora, un bando del genere? La politica c’entra qualcosa: Invitalia ha resistito alle pressioni e alle critiche su questi metodi perché le è permesso, basandosi anche sul fatto – incontestabile, di per sé – che si tratta di soldi del Fondo Sociale Europeo, non del Ministero, destinati alla aree depresse del continente. Insomma, ha vinto la vecchia pratica dei fondi a pioggia «per evitare di doverli restituire».