Smartphone, l'Italia verso il collasso della rete?

Secondo le proiezioni dell'AGCOM l'Italia potrebbe presto sperimentare il collasso della rete mobile a causa di infrastrutture sature ed incapaci di gestire il traffico crescente. A tal fine si proceda con un'asta all'attribuzione di nuove frequenze
Smartphone, l'Italia verso il collasso della rete?
Secondo le proiezioni dell'AGCOM l'Italia potrebbe presto sperimentare il collasso della rete mobile a causa di infrastrutture sature ed incapaci di gestire il traffico crescente. A tal fine si proceda con un'asta all'attribuzione di nuove frequenze

«Il mese scorso abbiamo approvato il piano delle frequenze. Non ci credeva nessuno. È la prima volta che un piano delle frequenze che abbia un’effettiva probabilità di attuazione viene adottato in Italia: permette risorse per le TV nazionali, per l’alta definizione, per le TV locali, per la radio, e consente di liberare 9 canali TV da destinare alla larga banda wireless, come chiede la Commissione europea». Nella relazione di Corrado Calabrò alla Camera dei Deputati, l’AGCOM fa sfoggio del nuovo piano frequenze con il quale si razionalizza il sistema televisivo e, soprattutto, si concedono nuove risorse alla rete mobile. Ed è questo un aspetto fondamentale poichè, spiega il Garante, anche l’Italia potrebbe ormai essere vicina al collasso della propria infrastruttura.

Parole dirette, quelle di Calabrò: «L’Italia è il secondo Paese europeo per diffusione della banda larga mobile. Ma se non interveniamo rapidamente, con il tasso attuale di diffusione degli smartphones, la nostra rete mobile rischia il collasso». Individuato il problema, si è dato il via anche alla preparazione del campo per individuare la possibile soluzione: «L’AGCOM, con vivo apprezzamento della commissaria Kroes, sta portando avanti, in Europa e in Italia, una politica finalizzata alla liberazione in tempi brevi delle frequenze radio. Contiamo di rendere disponibili circa 300 Mhz da mettere all’asta per la larga banda». Il pungolo della Commissione Europea, insomma, è servito: l’Italia sta operando per arricchire la disponibilità delle frequenze per la banda larga mobile, consentendo così al settore di crescere in assenza di limitativi colli di bottiglia che porterebbero gravi conseguenze al settore ed all’indotto.

Nel report compilato dall’autorità sono presenti dati più dettagliati, ma l’urgenza è la medesima: «Il calendario per l’installazione delle reti LTE dipenderà, inter alia, dalla disponibilità di spettro radio, nella banda a 2,6 GHz o in altre bande. Le tempistiche circa l’assegnazione dello spettro saranno decisive, in particolare in Europa, dati i ritmi di sviluppo dei servizi dati in mobilità. Tempi eccessivamente lunghi potrebbero pregiudicare l’espansione del settore mobile, rallentando sia il processo di standardizzazione della tecnologia che le decisioni di investimento degli operatori; d’altra parte, la capacità disponibile sulle reti mobili a banda larga è tale da assorbire, ancora per i prossimi anni,
la crescita del traffico dati domandata dagli utenti finali».

L’autorità non intende soltanto favorire gli investimenti regolamentando gli standard e stimolando il mercato: l’AGCOM punta il dito anche sulla Net Neutrality ammettendo sì una certa tolleranza nella gestione del traffico, ma pretendendo performance minime che gli operatori dovranno garantire agli utenti. Così facendo chi paga sa cosa sta acquistando ed i servizi premium avranno comunque spazi di espressione tali da favorire la monetizzazione e la redditività da parte dei fornitori.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti