Smartphone, è boom dei modelli 5G e 4G

Mercato degli smartphone mai così bene dal 2015. L'unica incognita per il futuro resta la carenza globale di chip.
Mercato degli smartphone mai così bene dal 2015. L'unica incognita per il futuro resta la carenza globale di chip.

Il 2021 sarà un anno da record per la vendita di smartphone, con le spedizioni che raggiungeranno 1,38 miliardi di unità entro fine anno, con un aumento del 7,7% rispetto al 2020. Per gli analisti si tratta della più grande crescita, in percentuale, dal 2015. A riportarlo è l’ANSA, che riprende i dati pubblicati da IDC, la prima società mondiale di ricerche di mercato, consulenza ed eventi in ambito IT e innovazione digitale. Secondo infatti l’IDC Worldwide Quarterly Mobile Phone Tracker, il 50% di tutte le spedizioni annuali di smartphone 5G andranno in Cina mentre, nei mercati emergenti, gran parte dei modelli di telefoni 4G di fascia media e bassa, visto che in quei Paesi la domanda di questi device è molto forte, specie dopo il rallentamento degli acquisti causato dalla pandemia di Covid-19.

Il successo degli smartphone 5G


La tendenza descritta dai dati pubblicati dall’IDC dovrebbe continuare nel 2022, quando la crescita annuale dovrebbe attestarsi sul 3,8.%, con spedizioni pari a 1,43 miliardi. Secondo Ryan Reith, vicepresidente del programma Worldwide Mobile Device Trackers di IDC, “gli smartphone devono vedersela con la spesa di segmenti adiacenti, come PC, tablet, TV e dispositivi domestici intelligenti, ma ciò non ne ha rallentato il percorso di ripresa”. E ancora:

Dal quarto trimestre del 2020, abbiamo visto crescere in modo particolare la produzione dei principali marchi. Continua ad esserci una forte spinta dal lato dell’offerta verso il 5G e di conseguenza i prezzi diminuiscono.

IDC prevede che il costo medio di vendita per i telefoni Android 5G dovrebbe diminuire del 12% su base annua nel 2021, fin oad arrivare sotto ai 400 dollari nel 2022. Il condizionale però in questo caso è d’obbligo, visto che la carenza globale di semiconduttori potrebbe influire negativamente sulla produzione mondiale di dispositivi, e di conseguenza sulle previsioni di vendita.

La carenza di chip


La scarsità di microprocessori sta infatti rallentando interi settori economici, preoccupando l’Unione Europea, la Casa Bianca e molti altri governi mondiali. E il problema non sembra al momento di facile soluzione. Purtroppo una serie di fattori concatenati, iniziati con la pandemia da Covid-19, e proseguiti con la carenza di silicio nei Paesi di fornitura asiatici e gli stop alle fabbriche di processori per i primi lockdown di un anno fa, hanno provocato un accumulo di ordini arretrati che le aziende produttrici di semiconduttori fanno fatica a smaltire.

A maggior ragione perché, di pari passo, è aumentata la richiesta. Secondo quanto dichiarato in un’intervista rilasciata su Bbc News da Jim Whitehurst, presidente di IBM, che è proprio una delle principali società al mondo produttrice di chip, per incrementare sufficientemente il numero di semiconduttori, e soddisfare così le ingenti richieste del mercato, attualmente disattese, bisogna avere pazienza e concentrarsi sugli investimenti in impianti di fabbricazione.

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