Lo smartphone torna in classe

Lo smartphone può tornare in classe in Italia; arriva dal MIUR il via libera all'utilizzo responsabile dei dispositivi digitali nella didattica.
Lo smartphone torna in classe
Lo smartphone può tornare in classe in Italia; arriva dal MIUR il via libera all'utilizzo responsabile dei dispositivi digitali nella didattica.

Lo smartphone torna in classe, almeno in Italia, dove sarà valorizzato. Quell’oggetto tanto odiato da molti insegnati, colpevole, secondo loro, di distrarre gli studenti durante le lezioni, potrà essere utilizzato in classe, dopo che era stato “bandito” dal ministro Fioroni con una circolare del 2007. Ma che qualcosa stesse per cambiare lo si era intuito da qualche mese quando il Ministro Valeria Fedeli aveva aperto alla possibilità che questo oggetto potesse tornare sui banchi di scuola.

Il Ministro, infatti, aveva annunciato che una commissione costituita ad hoc avrebbe studiato delle linee guide su come utilizzare virtuosamente questo strumento dentro le mura degli istituiti scolastici. Ora, il MIUR ha finalmente pubblicato queste linee guida redatte da un team di esperti composto da pedagogisti, esperti di comunicazione, docenti e dirigenti scolastici che disciplinano l’utilizzo dei cellulari a fini didattici. Un decalogo in 10 punti che sicuramente farà molto discutere in quanto altrove si punta a fare l’esatto opposto. In Francia, per esempio, il Governo ha lanciato una vera e propria “guerra” contro l’utilizzo degli smartphone dentro le mura della scuola perché se è vero che i docenti e gli studenti possono usare questi mezzi digitali per la didattica, è anche altrettanto vero che molti studenti utilizzano i loro smartphone soprattutto per finalità private.

Il decalogo del MIUR

Il decalogo redatto dagli esperti in 10 punti parte dal presupposto che ogni novità porta dei cambiamenti e che questi devono essere sfruttati per migliorare l’apprendimento ed il benessere degli studenti. I cambiamenti non devono essere rifiutati ma compresi ed utilizzati per raggiungere degli obiettivi, ecco il motivo per cui proibire gli smartphone a scuola non serve. Piuttosto è necessario educare i ragazzi ad utilizzare correttamente questi dispositivi per integrarli nella didattica. Le scuole, dunque, devono fissare delle regole per il loro utilizzo.

Le scuole devono promuovere l’utilizzo degli strumenti digitali perché il digitale è una delle strade per il rinnovamento della scuola. Proprio per questo dovranno dotarsi di servizi e di connettività che permettano l’utilizzo di questi dispositivi personali, favorendone, però, uno sfruttamento responsabile.

Il decalogo insiste molto sulla promozione del digitale nella didattica in quanto opportunità e non distrazione. Trattasi di un’opportunità che deve essere sfruttata meglio soprattutto dagli insegnati e dai dirigenti che sono il motore dell’innovazione.

Gli smartphone devono essere visti, quindi, come un mezzo e non un fine. Gli studenti dovranno essere guidati dagli insegnati per sfruttare i loro smartphone per fini che non siano sempre quelli ludici e ricreativi. Il decalogo continua affermando anche che l’uso dei dispositivi promuove l’autonomia degli studenti. Gli smartphone, infatti, valorizzano lo spirito d’iniziativa e la responsabilità dei ragazzi. Gli insegnati dovranno, quindi, aiutare gli studenti a sviluppare la loro capacità d’uso critico delle fonti di informazione.

Il digitale nella didattica è una scelta, starà agli insegnati introdurla in classe nei modi e nei tempi che ritengono più opportuni.

Il decalogo sottolinea ancora come il digitale trasforma gli ambienti di apprendimento. Sarà dunque necessario regolamentare le modalità e i tempi dell’uso e del non uso, anche perché sarà importante imparare a riconoscere ed a mantenere separate le sfere del privato e del pubblico.

Il decalogo sottolinea, successivamente, l’importanza del ruolo delle famiglie che dovranno affiancare la scuola nell’educazione all’uso del digitale. La scuola non può farsi totalmente carico dell’educazione all’uso del digitale dei ragazzi.

Infine, il decalogo chiude sottolineando che educare alla cittadinanza digitale è un dovere per la scuola. Se l’obiettivo della scuola è quello di formare i futuri cittadini, è importante educare gli studenti all’utilizzo critico e responsabile delle tecnologie in un mondo sempre più connesso.

Il MIUR, dunque, ha scelto una strada completamente opposta a quella francese puntando tutto sull’educazione all’utilizzo degli strumenti digitali visti come una possibilità e non come un ostacolo da proibire.

Questo decalogo si trasformerà in una serie di linee guida che le scuole riceveranno nei prossimi giorni. Le scuole potranno poi disporre anche di materiali didattici creati appositamente per educare gli studenti all’utilizzo consapevole del digitale.

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