Smart city: la prima è Bologna

L'Osservatorio Between dà i voti ai 116 capoluoghi italiani secondo un indice smart: salute, scuola, mobilità, consumo delle risorse.
Smart city: la prima è Bologna
L'Osservatorio Between dà i voti ai 116 capoluoghi italiani secondo un indice smart: salute, scuola, mobilità, consumo delle risorse.

Quanto c’è di smart nelle città italiane? E quali fra loro è la più intelligente di tutte? Per scoprirlo basta leggere il report dell’osservatorio Between, che da anni monitora la diffusione dell’ICT (dalla banda larg alle piattaforme di servizi digitali) nel paese e ha prodotto un Indice che considera i caratteri principali dei servizi più innovativi di una municipalità. La migliore è la città di Bologna, seguita da Milano, Roma, Reggio Emilia, Torino e Firenze. Ultime Fermo e Messina.

Il ranking dello SmartCityIndex prende in considerazione diverse categorie (elencate a pagina 25 del documento) a partire dalla banda larga, fissa e mobile. Le altre categorie e sotto categorie sono:

  • Mobilità: Per il Trasporto Pubblico Locale viene considerata la presenza di bigliettazione elettronica, la possibilità di comprare abbonamenti o biglietti on-line, la digitalizzazione di orari e percorsi (Travel Planner), servizi informativi all’utenza in mobilità (paline intelligenti, web, sms, App); per il trasporto privato la presenza ed informatizzazione della ZTL, sistemi di pagamento elettronico della sosta, servizi informativi all’utenza (pannelli a messaggio variabile, web, sms, App)
  • Sanità: Prenotazione visite specialistiche, pagamento del ticket e ritiro dei referti via web, scelta del medico di medicina generale via web, Fascicolo Sanitario Elettronico.
  • Scuola: Rapporto tra numero alunni e numero PC (desktop + laptop), rapporto tra LIM sse/mobili e numero classi, rapporto tra numero alunni e LIM totali, rapporto tra LIM sse e LIM totali, percentuale di aule collegate ad Internet con rete LAN e Wi-Fi.
  • E-Government: I servizi online comunali, anagrafe, cambio di residenza, fiscalità. Open Data: presenza di progetti e portali open data, numero di dataset pubblici.
  • Mobilità alternativa: Presenza di auto totalmente elettriche, car sharing (se presente), percentuale autovetture elettriche o ibride in dotazione nei comuni (parco auto comunale), diffusione delle auto elettriche e di colonnine per la ricarica. Mobility sharing/pooling: presenza di servizi e piattaforme on-line di car pooling, car sharing, bike sharing e diffusione delle piste ciclabili.
  • Energie rinnovabili: Potenza dei pannelli fotovoltaici installati negli edici comunali, potenza fotovoltaica provinciale installata, produzione provinciale da impianti fotovoltaici. Eolico: potenza eolica provinciale installata, produzione provinciale da impianti eolici. Idroelettrico: potenza idroelettrica provinciale installata, produzione provinciale da impianti idroelettrici.
  • Efficienza energetica: Consumo di energia elettrica per uso domestico pro capite, consumo di gas metano per uso domestico e riscaldamento pro capite, presenza del teleriscaldamento. Presenza di politiche locali per l’illuminazione pubblica, tipologia di tecnologie installate, presenza di sistemi di regolazione e controllo del flusso.
  • Risorse naturali: Raccolta differenziata rispetto al totale,raccolta differenziata per abitante, popolazione servita da raccolta differenziata (% sul totale). Gestione delle acque: popolazione connessa a impianti di depurazione(% sul totale), consumo di acqua per uso domestico, livello di dispersione di acqua nella rete. Qualità dell’aria: numero di centraline di monitoraggio rispetto alla dimensione della città, numero massimo di giorni di superamento dei limiti di inquinamento PM10.

Il rapporto SmartCityIndex in pillole

Sono molti gli spunti di questo rapporto, che sarà utile agli amministratori così come agli startupper intenti a ideare soluzioni intelligenti che rispondano alle lacune dei 116 capoluoghi italiani. In pillole, il rapporto dice che:

Le città metropolitane sono più avanti delle altre. Le aree metropolitane mostrano un buon comportamento con 8 città (su 14) nelle prime 20.

Gli esempi più sorprendenti vengono dalle città piccole. I capoluoghi inferiori a 80.000 abitanti (in tutto 57) si distinguono per essere particolarmente attive: nelle prime 40 si trovano molte piccole città lombarde (Cremona, la più alta in classifica, undicesima, Pavia, Sondrio, Mantova, Lodi e Varese). In questo gruppo ci sono anche Siena ed un capoluogo del Sud: Potenza.

Smart vuol dire anche vivibile. Le città smart sono le stesse, con qualche piccola differenza, della classifica del Sole24Ore sulla qualità della vita. In cima ad entrambe le classifiche si annoverano Bologna, Parma, Reggio Emilia, Piacenza, Modena. Ci sono però città “analogiche” come Trieste, Belluno, Aosta, ad altissimo livello di qualità della vita e bassissima innovazione tecnologica. La ragione è l’età media molto alta dei suoi abitanti e un tasso di industrializzazione basso.

La sfida delle smart city

Per riuscire a migliorare le città dal punto di vista dell’innovazione è necessario avere dei punti di riferimento, quello che viene definito assessment. Per questo l’indice non è interessato a stabilire una graduatoria campanistica, ma un riferimento all’optimum, teso sempre a migliorare secondo diversi aspetti. PA online, la scuola, il fisco, la mobilità, saranno sempre più legate alle politiche locali, agli effetti dell’Expo2015 – presentato proprio ieri da Letta e Napolitano – e al sostegno alle startup, vera fucina di idee per chi voglia, da pubblico o privato, fornire servizi innovativi.

I confronti tra le città sono un'ottima occasione di benchmarking.

I confronti tra le città sono un’ottima occasione di benchmarking.

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