Smart City, gli esempi a livello mondiale

Le Smart City nel mondo sono tantissime, ciascuna in grado di fornire un nuovo esempio di applicazione della tecnologia ai bisogni delle città.
Smart City, gli esempi a livello mondiale
Le Smart City nel mondo sono tantissime, ciascuna in grado di fornire un nuovo esempio di applicazione della tecnologia ai bisogni delle città.

L’idea di promuovere iniziative volte a rendere le città maggiormente sostenibili e confortevoli ha pervaso l’intero pianeta, con diversi progetti di vario tipo che nel tempo hanno consentito ad altrettante città di conquistare un posto in prima fila nel settore delle Smart City. Dai trasporti alla gestione dell’energia, passando per la riduzione dell’impatto ambientale ed anche settori in un primo momento impensabili, il mondo è colmo di esempi che dimostrano come la strada che conduce alle città intelligenti non sia un’utopia.

Uno dei modelli europei in tal senso è sicuramente Barcellona: la città catalana ha infatti avviato una vera e propria rivoluzione da diversi anni che ha condotto ad un importante incremento nell’utilizzo di energie “verdi”. Dal 2000, ad esempio, gli edifici di dimensioni superiori ad una determinata soglia devono necessariamente produrre elettricità utilizzando l’energia solare, mentre nel tempo sono nati oltre 200 punti di ricarica per autoveicoli elettrici. A pochi chilometri di distanza v’è poi la città di Sant Cugat, la quale ha deciso di andare anche oltre: i cestini per i rifiuti presenti lungo le strade, ad esempio, sono dotati di appositi sensori in grado di segnalare la necessità di svuotarli, così da migliorare lo smaltimento dei rifiuti pubblici; alcuni giardini, invece, sono costantemente monitorati per individuare le giuste operazioni di manutenzione di cui essi necessitano, riducendo gli sprechi in tal senso.

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Altra città particolarmente attenta al concetto di sostenibilità, soprattutto negli ultimi anni, è Londra. La capitale inglese, ad esempio, da diverso tempo ha avviato un programma sperimentale per migliorare la gestione dei rifiuti attraverso veri e propri cestini parlanti: le voci di personaggi famosi ringraziano così i cittadini per aver utilizzato i raccoglitori pubblici distribuiti lungo le strade, invogliando così gli stessi a ripetere nuovamente tale gesto. Sempre a Londra è poi nato il progetto Urban OS, un sistema operativo volto ad animare infrastrutture informatiche dedicate al miglioramento di servizi urbani quali la rete idrica, i trasporti e la distribuzione dell’energia: fine ultimo dell’iniziativa è quello di integrare tali servizi, raggiungendo un livello di gestione superiore abbracciando il paradigma delle città intelligenti. Ottanta milioni di sterline sono invece stati investiti nel progetto Waste-to-Energy, il cui obiettivo è quello di trasformare i rifiuti urbani in una nuova fonte per la produzione di energia elettrica per oltre 15 mila abitazioni della zona est della città.

In Portogallo è nato invece il progetto Wind Float, il quale ha condotto alla realizzazione di un’infrastruttura mobile posizionata al largo delle coste portoghesi al fine di raccogliere l’enorme quantità di energia eolica lì presente. Grazie ad appositi sistemi, poi, la piattaforma è in grado di muoversi per seguire l’andamento delle correnti oceaniche, spostandosi per ottimizzare il quantitativo di energia prodotta fino ad un massimo di 2 MW (abbastanza per circa 1300 abitazioni). Da circa 3 anni, invece, è in fase di realizzazione e crescita il progetto Low2No, mirato a costruire un quartiere sostenibile al 100% e dunque ad impatto zero nei pressi di Helsinki. Il bando è stato vinto nel settembre del 2009 da un’azienda torinese che ha dato il via ai lavori, volti a studiare le migliori soluzioni a disposizione in grado di adattarsi alle esigenze della popolazione riducendo le emissioni di CO2, sfruttando esclusivamente soluzioni realizzate in Italia.

La piattaforma WindFloat, in Portogallo

Per quanto riguarda i trasporti, a Singapore è stato avviato un progetto in collaborazione con IBM per la realizzazione di sistemi di simulazione in grado di fornire previsioni sull’andamento del traffico nei principali nodi urbani, consentendo così di prevenire eventuali congestioni sfruttando appositi sistemi di controllo. Con lo stesso obiettivo l’azienda statunitense ha contribuito alla realizzazione di un sistema di rilevamento nella città di Stoccolma, ove le autorità locali hanno deciso di promuovere l’utilizzo dei trasporti pubblici introducendo una tassa per il passaggio in determinate zone della città in particolari periodi, ad esempio nei fine settimana.

All’elenco delle Smart City, poi, non possono mancare alcune città degli Stati Uniti. A New Brunswick, nel New Jersey, è ad esempio in costruzione il St. Peter’s University Hospital, un’ospedale che sarà in grado di produrre energia elettrica sfruttando pannelli solari: l’obiettivo è quello di produrre 2,3 milioni di kWh l’anno, rientrando dell’investimento entro 20 anni e ottenendo di fatto un importante risparmio nei costi di gestione della struttura. La compagnia statunitense Alaska Airlines ha deciso di investire nell’utilizzo di carburanti meno inquinanti, ad esempio a base di olio da cucina, mentre dal settembre 2011 è in funzione Kingman Project, un’area di oltre 1000 acri in Arizona interamente popolata da pannelli solari e pale eoliche: la potenza generata è pari a 10,5 MW, grazie soprattutto all’utilizzo di nuove tecnologie e ad alcune caratteristiche particolarmente favorevoli del deserto ove è stata collocata la struttura.

Grandi metropoli come Boston, Seattle, New York, Washington e Toronto hanno poi avviato autonomamente svariati programmi volti ad organizzare al meglio il trasporto pubblico ma soprattutto ad incrementare sensibilmente l’utilizzo di soluzioni pulite per la produzione di energia elettrica: negli ultimi anni, secondo i dati pubblicati dall’amministrazione Obama, l’uso di energia “verde” è aumentato di circa il 10% a discapito di altre fonti di energia meno “green”. Meno sostenibili. Meno “smart”.

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