Skype, l'estrema battaglia dei fondatori

I fondatori di Skype, Niklas Zennstrom e Janus Friis, non hanno accettato di buon grado il fatto di non aver potuto partecipare all'acquisizione del gruppo ed hanno così denunciato eBay contestando violazione di copyright sul codice del software Joltid
Skype, l'estrema battaglia dei fondatori
I fondatori di Skype, Niklas Zennstrom e Janus Friis, non hanno accettato di buon grado il fatto di non aver potuto partecipare all'acquisizione del gruppo ed hanno così denunciato eBay contestando violazione di copyright sul codice del software Joltid

I rapporti tra Skype ed i due fondatori sono definitivamente tramontati. Le avvisaglie nei giorni scorsi, quando l’acquisizione di parte del gruppo da parte di investitori terzi ha reso evidente il fatto che Niklas Zennstrom e Janus Friis sarebbero rimasti fuori dalle operazioni. L’allontanamento di Mike Volpi dal proprio ruolo in Joost preludeva ad una nuova mossa, la quale non ha tardato a divenire pubblica sotto forma di azione legale.

La denuncia è stata formulata dal gruppo Joltid, compagnia guidata da Zennstrom e Friis. La Joltid mantiene la proprietà intellettuale di una delle tecnologie su cui si regge Skype e già nei mesi scorsi aveva portato in tribunale eBay con l’accusa di aver stralciato gli accordi che autorizzavano quest’ultima all’utilizzo della tecnologia alla base dei processi P2P del software VoIP. Ora La Joltid ha formulato l’accusa di violazione di copyright, ritenendo eBay responsabile della modifica della tecnologia Joltid e di un uso distorto della stessa, al di fuori di qualsivoglia licenza. Coinvolte nell’accusa anche la Silver Lake Partners, La Index Ventures, la Andreessen Horowitz ed infine la Canada Pension Plan Investment Board, cioè i gruppi che in cordata hanno rilevato, per 1,9 miliardi di dollari, il 65% di Skype da eBay.

La richiesta dell’accusa è di 75 milioni di dollari giornalieri oltre alla sospensione dell’uso della tecnologia in esame (il che andrebbe a fermare nei fatti l’attività di Skype da un giorno all’altro). eBay non ha fatto mistero dell’importanza della causa pendente ammettendo nel corso dell’ultima trimestrale di cassa come una sentenza negativa avrebbe avuto pesantissime ripercussioni sul gruppo. Al tempo stesso, però, il gruppo è parso fiducioso di poter sviluppare una alternativa valida, così da sostituire la tecnologia Joltid aggirando nei fatti ogni qualsivoglia altro rapporto con i fondatori originari.

La denuncia potrebbe teoricamente ritardare la chiusura delle operazioni di cessione di Skype. eBay, però, non vuole credere alla cosa e considera «senza merito» la vertenza, poiché «basata su errori legali e fattivi». La storia sembra confermare la tesi di eBay, con Zennstrom e Friis più volte ricorsi alle maniere forti per risolvere dispute strumentali e raramente chiuse vittoriosamente. Nei fatti l’ultima denuncia è sembrata pretestuosa fin dall’inizio, legata a doppio filo con le pressioni di Zennstrom e Friis per poter rilevare parte del gruppo a suo tempo ceduto a caro prezzo ad eBay. Il cordone ombelicale di Joltid è servito a sollevare la questione legale, ma ora sarà una Corte a dover decidere come e se eBay abbia violato la proprietà intellettuale dei due fondatori.

La prima denuncia era stata depositata nel Regno Unito e sarà discussa entro la metà del 2010. La nuova denuncia è stata depositata invece negli Stati Uniti presso la Corte Distrettuale del Nord California.

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