Siri è senza dubbio un assistente vocale molto utile in certi contesti, soprattutto negli Stati Uniti d’America dove è assolutamente ottimizzata al meglio. Ma quanto è affidabile e quanto è brava a comprendere ciò che l’utente gli chiede?
Gene Munster, analista di Piper Jaffray, ha deciso di testare
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insieme al suo team. Conducendo numerose prove sul noto software della Mela si è riusciti a capire come l’
assistente vocale sia in grado di
comprendere bene ciò che l’utente esprime con la sua voce (grado di accuratezza: 83%), mentre non è ancora molto affidabile quando gli si chiede di fungere come un
motore di ricerca (precisione: 62%).
Questi
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sono stati condotti in una
stanza rumorosa e su una base di 800 domande, mentre successivamente il team ha eseguito il medesimo esperimento in una
stanza silenziosa. In quest’ultima, Siri è riuscita a comprendere l’89% delle domande che gli esperti gli hanno posto e a rispondere con precisione il 68% delle volte. È dunque assolutamente consigliabile utilizzare il software di Cupertino in ambienti chiusi, così che lo stesso possa comprendere al meglio le parole e, di conseguenza, fornire risultati utili.
Fa meglio di Siri, però, l’opzione di input vocale di Google presente su iPhone (ma non l’applicazione di ricerca vocale di Mountain View): Gene Muster ha assegnato a questa feature un voto ottimo (A+) per la comprensione e uno più che sufficiente (B+) per la precisione, mentre Siri è stato classificato con una B per la comprensione e una D per la precisione. Il problema, secondo l’esperto, è che l’assistente vocale di Apple fa ancora troppo uso del motore di ricerca di Google, ovvero il 60% delle volte, percentuale che dovrebbe scendere al 48% con l’introduzione di
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