Secondo Steve Jobs, iPad offre la libertà dal porno

Secondo Steve Jobs, iPad offre la libertà dal porno
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si ritrova nuovamente a dover difendere la propria ultima creazione:

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. Negli ultimi mesi il tablet di Apple è stato preso di mira per alcune limitazioni che lo riguarderebbero, come ad esempio l’assenza di Flash e l’

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di ogni applicazione pornografica. Qualche tempo fa l’iCeo aveva semplicemente liquidato la questione invitando gli appassionati del porno a passare su Android.

Le

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delle ultime ore, invece, riportano una spiegazione lievemente più dettagliata dell’avversione di Jobs nei confronti dei contenuti a luci rosse: la motivazione sarebbe la libertà, interpretata ovviamente in puro stile Cupertino.

Il tutto è avvenuto in uno

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del gruppo Gawker Media, anche se da più parti è sorto il dubbio dell’autenticità di queste missive: anziché i soliti laconici “Nope” e “Yep”, siamo di fronte ad uno Steve Jobs particolarmente prolisso. Interrogato sul quantomeno curioso rapporto tra Bob Dylan, rivoluzione, libertà e iPad, l’iCeo avrebbe esplicitato il suo particolare concetto di “Freedom”:

Si, libertà dai programmi che rubano i tuoi dati privati. Libertà dai programmi che sprecano la tua batteria. Libertà dal porno. Si, libertà. I tempi stanno cambiando, e la tradizionale gente del PC sente come il loro mondo stia scomparendo.

In altre parole, non si parla più di libertà di fruire del porno, ma di liberazione dallo stesso.

Lo scambio epistolare prosegue poi in merito a Flash e alle forzature di linguaggio di programmazione che, alcuni editori, sarebbero costretti ad accettare pur di apparire su iPad. Jobs risponde, in questo caso, con motivazioni più fondate: nessun publisher è costretto ad apparire su iPad, gli editori investono nello sviluppo di App perché loro stessi vogliono godere delle potenzialità del tablet di Cupertino.

Ryan Tate, evidentemente non soddisfatto di queste motivazioni, ha ribadito nuovamente la propria posizione pro Flash e pro porno, scadendo però in toni abbastanza acidi. La cosa non è stata gradita da Jobs, il quale ha tacciato lo stesso Tate di disinformazione e ha così concluso:

Cosa hai fatto di così grande? Crei qualcosa o critichi solamente il lavoro altrui sminuendone le motivazioni?

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