Sapevamo di trovarti qui

Sapevamo di trovarti qui

Sapevamo di trovarti qui

L’immagine è stata segnalata da Vittorio Pasteris e sarebbe stata pubblicata su vari quotidiani nazionali. Interessante, molto interessante, il testo della pubblicità (il cui committente è la FIEG – Federazione Italiana Editori Giornali):

Ogni giornale, quotidiano o periodico, ha i suoi lettori. Può sembrare un’affermazione banale, ma se parliamo di investimenti, la banalità è un pregio, perchè diventa sicurezza. Per fascia di età, per territorio, per abitudini, per interessi, per profilo culturale, economico o sociale: non importa quale sia il criterio, quello che imposta è la possibilità di sapere chi ti sta leggendo. Come te, che eri il nostro target e volevamo parlarti di noi. E sembra proprio che ci siamo riusciti

Testo interessante, un gioco di logica niente male: se vedi la pubblicità, significa che siamo riusciti a fartela vedere. Ma è un testo in gran parte bugiardo. E la FIEG probabilmente lo sa: se si parla di personalizzazione, la rete non ha eguali. Non è forse questo il giusto cavallo di battaglia se si vuole intraprendere un confronto.

La campagna “Sapevamo di trovarti qui”, dunque, è fondamentalmente intelligente poichè gioca con le parole per sovvertire la realtà. Il problema è che «se parliamo di investimenti» la realtà è quella che conta. Non a caso l’editoria è in difficoltà, mentre la rete continua a crescere.

Quando poi si riuscirà a scindere il termine “giornalismo” da “giornale”, a quel punto sarà più semplice ragionare sul problema a tutto tondo

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