San Valentino e Facebook: più relazioni sfortunate

Le statistiche dicono che il giorno di San Valentino raddoppiano i cambiamenti di relazione sul social, ma sono quelle che durano meno.
San Valentino e Facebook: più relazioni sfortunate
Le statistiche dicono che il giorno di San Valentino raddoppiano i cambiamenti di relazione sul social, ma sono quelle che durano meno.

I social network ci permettono di quantificare ciò che prima potevamo soltanto intuire affidandoci a luoghi comuni sulle relazioni. Ad esempio era sospetta una relazione affettuosa nata proprio nel giorno del protettore degli innamorati, perché il saggio dice che ciò che comincia con rose e cioccolatini finisce spesso coi piatti che volano. Ora però Facebook ci dà qualche certezza: a San Valentino i cambiamenti di status da single a impegnato raddoppieranno. Ma non dureranno.

Esistono alcuni studi, sempre più raffinati, sui comportamenti relazionali in Facebook. Argomento spesso considerato “leggero”, e invece al centro del progetto del social network. C’è una scena del film di Fincher sulla nascita di “thefacebook.com” dove si vede Mark Zuckerberg correre nella sua stanza al dormitorio di Harvard e inserire i famosi status sentimentali – all’epoca più maliziosi di quelli attuali, influenzati dall’ambiente del college – prima di mettere online la sua creatura.

All’epoca era ciò che ci voleva, e nove anni dopo la novità per certi versi dirompente del Graph Search fa pensare a molti che Facebook diventerà uno strumento per scoprire abitudini e spostamenti di qualcuno che si vuole corteggiare, secondo la classica dinamica del farsi trovare pronti fingendo di essere capitati lì per caso. Big F potrebbe diventare un gigantesco sistema di ricerca personale della propria anima gemella secondo criteri di affinità.

Tanto che probabilmente l’irruzione di questo motore di ricerca interno a Facebook spazzerà via le numerose applicazioni nate proprio per questo scopo (una delle più elementari e di successo, ad esempio, è relationbook, che ordina e dispone tutti gli amici separandoli tra single e impegnati).

Dunque che accadrà il 14 febbraio secondo le statistiche infallibili di Facebook? Certamente, il 200% in più di relazioni sentimentali, percentuale simile anche a quella dei matrimoni celebrati in questo giorno (San Valentino è il secondo giorno più popolare su Facebook per post di annunci di cambiamenti della propria vita dietro il giorno di Natale). Ma nel caso dei fidanzamenti c’è poco da stare allegri: tre diversi studi presi in considerazione dall’università del Kansas hanno portato i ricercatori di psicologia alla conclusione che tutta questa pubblicità ai propri sentimenti fa male alla coppia.

Il problema è che il partner tende a considerare avvilente la condivisione pubblica, o comunque in un gruppo di diverse persone, di una storia intima. E l’intimità violata dal social network – o meglio, dall’uso che se ne fa – aumenta le probabilità che la coppia si separi. I sondaggi dicono che su mille utenti di Facebook circa un terzo ha postato almeno un contenuto riguardo alla sua vita sentimentale di cui si è in seguito pentito.

Esiste molta letteratura scientifica (generalmente psicologia e sociologia) sul rapporto tra la vita reale e i social network e l’influenza reciproca di questi due habitat: gran parte di questa è convinta che condividere i cambiamenti sentimentali sui social e raccontare troppo della propria avventura amorosa, soprattutto durante i primi passi, sia molto rischioso.

Dunque gli utenti romantici sono avvisati: forse cambiare il proprio stato proprio il 14 febbraio sembra una buona idea, ma c’è il rischio di entrare in quel 33% di chi vorrebbe non averlo fatto.

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