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La scelta della popolazione afroamericana infatti non è emblematica della volontà di differenziare l’accesso alla rete per "razze", ma di individuare una minoranza tra i navigatori che ha delle esigenze precise che non sono sempre identiche a quelle della maggioranza. I motori di ricerca più importanti, infatti, non considerano l’identità culturale e propongono i risultati delle ricerche in un ordine dato da un algoritmo. Tale algoritmo tiene conto di tanti elementi diversi per determinare la pertinenza e il gradimento da parte della maggioranza degli utilizzatori.
Così se si ricerca "diabete" su RushmoreDrive.com i primi risultati riguardano il Tipo 2 della malattia che solitamente colpisce di più asiatici e afro-caraibici o se si cerca "giochi olimpici" i primi risultati riguarderanno l’archivio dei risultati degli atleti di colore nelle manifestazioni. Secondo i creatori del progetto, infatti, il sistema di ranking dei grandi motori di ricerca spesso è lontano dalla "saggezza delle masse" e più vicino alla "tirannia della maggioranza".
Il creatore di RushmoreDrive, John Taylor,
L’idea infatti non è un’esclusiva di RushmoreDrive: esistono già altre risore come blackwebportal, blackfind o blackseek che fanno lo stesso lavoro. Inoltre Yahoo ha
Tutto quanto si basa sull’assunto per cui al momento la rete non sia una forza aggregante ma disgregante, poichè esiste effettivamente una diversità nell’accesso. La parte socioeconomicamente più alta della popolazione ha più confidenza con la rete, ha una connessione always on e un computer in casa, dunque abita di più la rete e contribuisce a dargli una forma che la rappresenti: ecco quindi che si crea l’esigenza di una parte di internet che sia fatta ad uso e consumo delle minoranze.