Il Parlamento Europeo ha approvato quello che potrebbe essere chiamato il “roaming zero” per la TV in streaming. Così come avverrà per la telefonia mobile, anche tutti gli abbonati alle Internet TV potranno accedere a questi contenuti durante un soggiorno all’estero in un altro paese UE. Sino ad oggi, infatti, questo non era possibile. Un abbonamento italiano a Netflix, per esempio, non poteva sfruttare il suo abbonamento se per qualche motivo si recava all’estero per vacanza o per lavoro.
Ma questo non valeva solo per l’Internet TV ma anche per tutti i servizi di streaming, compresi quelli legati alla musica ed ai videogiochi. Le nuove regole approvate in via definitiva dal Parlamento rimuoveranno, dunque, le restrizioni esistenti in modo che i cittadini UE possano accedere a servizi come Netflix, HBO Go, Amazon Prime Video, Spotify, Deezer mentre sono in un altro Paese UE per vacanze, studio o lavoro. L’Europa sottolinea come i fornitori di servizi potranno prendere misure “efficaci e ragionevoli” per verificare che l’abbonato non si è trasferito definitivamente in un altro paese UE, poiché le licenze sui diritti d’autore possono essere diverse da un paese all’altro. Sostanzialmente una norma di salvaguardia molto simile nello spirito a quella per il roaming zero della telefonia mobile.
Tra i metodi di verifica consentiti ci sono il controllo della carta d’identità, dei dettagli di pagamento, delle informazioni fiscali pubbliche, delle informazioni postali o dell’indirizzo IP. Gli operatori devono garantire tuttavia che qualsiasi trattamento di dati personali sia proporzionato allo scopo e devono introdurre delle tutele, specialmente per i controlli degli indirizzi IP.
Le nuove norme riguarderanno solo i servizi a pagamento online, ma i fornitori di servizi gratuiti avranno la possibilità di rendere i propri contenuti disponibili in tutta l’UE, a condizione che soddisfino i requisiti relativi ai controlli di residenza.
La legislazione deve essere ancora approvata formalmente dal Consiglio dei Ministri UE, dopodiché gli Stati membri avranno nove mesi di tempo per approvare le nuove regole.