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Alcune società nate sul Web paiono sempre in procinto di essere vendute. È il caso di Digg, il network sociale in cui si segnalano e votano i contenuti della Rete, indicato spesso da rumors e indiscrezioni al centro delle velleità di numerosi colossi dell’informatica come Microsoft o Google. Durante la scorsa settimana, le
Per tranquillizzare gli animi, Jay Adelson, amministratore delegato di Digg, ha rinunciato ai tradizionali "no comment", intervenendo direttamente sul blog dell’aggregatore per smentire l’ennesima voce su una possibile acquisizione della sua società. «Generalmente la nostra politica è quella di non commentare notizie come questa, ma le voci su una possibile guerra al rialzo tra Microsoft e Google hanno creato un tale clamore da spingerci a comunicare a tutti voi direttamente quanto siano completamente imprecise»
Le rassicurazioni dell’amministratore delegato di Digg hanno allentato la tensione nella comunità estremamente attiva ed eterogenea del portale. I commenti alla notizia di una possibile acquisizione da parte di Microsoft o Google testimoniano il particolare attaccamento degli utenti al loro aggregatore di notizie e contenuti. «Cancellerò il mio account e non tornerò mai più qui»; «Se Microsoft dovesse acquistare il sito, non perdete un attimo e create subito la funzione "cancella il tuoi account"»; «Se fosse vero, Kevin non lasciare Digg in mano a queste grandi società. Ciò che rende Digg così particolare e divertente è il fatto che sia indipendente. Questa non è una buona idea» sono solo alcuni delle centinaia di
Secondo i rumors, smentiti poi dal CEO Kevin Adelson, Google avrebbe intenzione di acquisire il sito Web per 200 milioni di dollari, mentre Microsoft punterebbe a un’offerta al rilancio con 225 milioni di dollari: l’interesse di Google sarebbe in buona parte rappresentato dalla anelata rimozione degli