Domani il Parlamento Europeo voterà la più volte contestata riforma del Copyright a circa due mesi dal primo
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. All’inizio di luglio, infatti, il Parlamento Europeo avrebbe già dovuto votare la riforma ma preferì rimandare a settembre per tornare a discuterne i contenuti. La giornata di domani sarà fondamentale perché il voto potrebbe decretare la fine di questa riforma che ha avuto una vita piuttosto travagliata tra emendamenti, polemiche e divisioni politiche interne agli stessi Gruppi parlamentari. Ma il voto di domani potrebbe portare anche alla sua approvazione sebbene questo scenario appaia, oggi, molto difficile.
I nodi della riforma rimangono, comunque, sempre gli stessi e cioè i controversi
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. L’articolo 11 riguarda la così detta “tassa sui link” (Link Tax) che costringerebbe le piattaforme online come Facebook e Google ad acquistare licenze dai media per poter proporre agli utenti link ad articoli e a notizie. L’articolo 13, invece, riguarda la creazione di uno speciale filtro sui contenuti caricati sul web. Un sistema che potrebbe essere visto come un qualcosa di molto simile al Content ID di YouTube ma con la differenza che dovrebbe tenere sotto controllo praticamente tutto il web. Per qualcuno questa legge sul Copyright decreterebbe la
fine della libertà di espressione sul web. A suo tempo, la stessa
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si oscurò per diversi giorni per protestare sui contenuti della riforma.
Durante gli ultimi due mesi, questi articoli sono stati protagonisti di un’attenta analisi da parte degli Europarlamentari che hanno messo sul piatto ben 252 emendamenti che dovranno, adesso, essere votati. La conta sui voti si farà sino all’ultimo parlamentare perché sul piatto ci sono emendamenti completamente differenti che riflettono il pensiero delle diverse correnti. Si va da interventi migliorativi sino all’abrogazione vera e propria di questi contestati articoli.
Editori, giornalisti e autori auspicano un compromesso più alto possibile visto che sono in gioco la libertà e l’identità europea. I big del web, comunque, spingo contro le nuove regole. Per YouTube, per esempio, mettono a rischio la creatività.
Domani pomeriggio, all’Europarlamento si voterà, quindi, un pezzo importante del futuro del web.
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