Renato Brunetta: la Rete lo sbeffeggia, lui risponde su Facebook

Il clamore suscitato dalle reazioni del ministro Brunetta alle proteste dei precari, si è trasformato in un nuovo trattamento della Rete verso l'onorevole, sbeffeggiato su Twitter e insultato su Facebook.
Renato Brunetta: la Rete lo sbeffeggia, lui risponde su Facebook
Il clamore suscitato dalle reazioni del ministro Brunetta alle proteste dei precari, si è trasformato in un nuovo trattamento della Rete verso l'onorevole, sbeffeggiato su Twitter e insultato su Facebook.

Il trattamento speciale della Rete ha trovato un’altra vittima designata: il ministro Renato Brunetta. Il clamore suscitato dalle sue reazioni scomposte verso un gruppo di precari della pubblica amministrazione durante un convegno, immortalate in un video, si è trasformato in una strategia tipica di questa fase italiana: guerriglia online di stampo ironico.

Non è più “colpa di Pisapia”, insomma, ora il must della blogosfera è trovare un lavoro (possibilmente precario) al ministro. In realtà, nelle prime ore delle proteste, il popolo del Web si è concentrato sulla sua pagina Facebook, da dove peraltro oggi ha risposto. Dopo aver cancellato tutti i messaggi di insulti – che avevano portato anche a una petizione online per le sue dimissioni – ha scritto una nota in cui si difende e considera “penosi” coloro che l’hanno attaccato:

“L’Italia peggiore è di quanti si nascondono compiacenti dietro questi signori (come Pierluigi Bersani e Leoluca Orlando), sostenendoli in maniera strumentale pur senza conoscere argomenti e fatti. L’Italia peggiore è quella che usa la Rete come un manganello per agguati squadristici, senza aver nulla da dire. Che pena.”

Sarà, ma proprio nulla da dire non sembra, visto che l’hashtag #LavoriPrecaridiBrunetta è il trend topic del momento, dove si scatena la ficcante ironia della Rete, che è popolata da persone abituate a cercare lavoro, informate di politica ed economia, capaci così di formulare diverse ipotesi di nuovi lavori per un ministro che, evidentemente, pensa sia facile trovarne uno. Perché quindi non cominciare dal risolvere alcuni problemi causati proprio dal suo, come la PEC?

Al ministro deve essere sfuggito che Web e precariato sono strettamente legati, essendo popolati dai più giovani, spesso istruiti, le vere vittime della disoccupazione e sottoccupazione in Italia, che però non ci stanno a essere disprezzati e si distinguono per vivacità. Considerazione che ha fatto anche una youtuber notissima come Maddalena61:

[youtube]DARRnJ47xyM[/youtube]

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