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Apple è sicuramente una società capace di far parlare di sé, ma quando addirittura sono i leader religiosi a prendere parola, significa che la portata del "Think Different" ha valicato i normali confini dell’elettronica di consumo. A
Oggetto del contendere, la cultura dell’egocentrismo che Cupertino avrebbe istillato nei consumatori, sollevando dei bisogni non necessari per la purezza dell’animo umano. E non è tutto, perché al centro delle polemiche ci finisce anche iPad, considerato come una versione moderna e denigratoria delle tavole di Mosé, con tanto di 10 comandamenti svilenti verso la sensibilità religiosa delle persone.
«La società del consumo è stata determinata dalla discesa di
[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Managerdalla montagna con i suoi due tablet,[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Managere[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Manager, e il risultato è che ora abbiamo una cultura degli iPod, degli iPhone, delle iTune, degli i, i, i. Quando si diventa una cultura individualista ed egocentrica e ci si interessa solo dell’io ("i"), non ci si comporta terribilmente bene. […] La società del consumo è infatti il meccanismo più efficiente per la creazione e la distribuzione dell’infelicità».
Lord Sacks, in altre parole, ha voluto mettere l’accento sulla distrazione di massa causata dalla tecnologia e di cui Apple, a suo avviso, sarebbe la principale responsabile. I prodotti con la Mela distoglierebbero le attenzioni dei credenti dai valori davvero importanti della vita, quali la famiglia, tanto da svilire completamente l’importanza del sabato ebraico. Sarebbero in molti, infatti, a dedicare la giornata sacra al divertimento con gli iDevice, anziché dedicarsi ai propri cari e alla preghiera:
«Di conseguenza, la risposta alla società del consumo è il mondo della fede, che gli Ebrei chiamano il mondo del Shabbat, dove non si può spendere e spandere, ma solo passare del tempo con le cose che davvero contano, ovvero la famiglia.»
In linea teorica, le parole di