Proposta 4549: Hadopi all'italiana

Dalla Camera dei Deputati giunge una proposta di legge che, se approvata, introdurrebbe in Italia una "tre strike" molto più severa di quella francese.
Proposta 4549: Hadopi all'italiana
Dalla Camera dei Deputati giunge una proposta di legge che, se approvata, introdurrebbe in Italia una "tre strike" molto più severa di quella francese.

Centemero, Pescante, Formichella, Versace, Vignali, Bernardo, Castiello, Dell’Elce, Di Caterina, Fucci, Gottardo, Iannarilli, Nastri, Nicolucci, Pili, Porcu, Razzi, Scalera, Vella. Sono questi i firmatari della proposta di legge numero 4549 «in materia di responsabilità e di obblighi dei prestatori di servizi della società dell’informazione e per il contrasto delle violazioni dei diritti di proprietà industriale operate mediante la rete interne». Ed è una proposta tutta da capire, poiché introduce elementi di rottura tali da riassumere in pochi articoli un intervento di enorme portata sulla Rete italiana.

L’obiettivo dichiarato è quello di tutelare il mercato dalle “offese” provenienti dalla Rete, strumento utilizzabile per violare il copyright, smerciare prodotti contraffatti e ordire ogni tipo di trama contro il mercato “reale”. I firmatari mettono così a punto una proposta, peraltro già assegnata ad apposita commissione per il proseguimento dell’iter verso la votazione alle Camere, che si sviluppa su due cardini: la responsabilizzazione dei provider di connettività e la responsabilizzazione dei provider di servizi, così che gli illeciti trovino ostacolo nella semplice diffidenza di chi non intende essere fermato dalla legge nel proprio lavoro quotidiano. Senza considerare che, se l’approvazione avvenisse, una normativa di questo tipo congelerebbe ogni attività sul Web italiano per la semplice moltiplicazione di responsabilità che andrebbe a gravare su ogni soggetto.

La responsabilizzazione dei provider di connettività avviene costringendo gli ISP ad agire con fare preventivo sulla propria utenza poiché la responsabilità decade nel caso in cui «non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorità competenti o di qualunque soggetto interessato, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l’accesso». In altre parole, chiunque segnali ad un provider una qualsivoglia ipotesi di illecito costringe il provider stesso a decurtare la connessione, pena una co-responsabilità nella violazione. La norma riassume la “tre strike” francese ad uno strike unico nel quale peraltro le autorità sono bypassate da un taglio preventivo della connessione su stimolo di una semplice segnalazione.

La responsabilizzazione dei provider di servizi è nell’articolo 2 del DDL ed è così spiegata dall’analisi di Fulvio Sarzana: «In pratica, cercando di scimmiottare la Corte di giustizia nel caso l’Oreal Ebay, che invece ha stabilito principi del tutto diversi, si cerca “goffamente” di penalizzare piattaforme quali eBay o altre che si limitano a informare il cittadino sui servizi presenti in rete entrando pesantemente nella vita dell’azienda. L’impresa dovrebbe, nelle intenzioni del legislatore, andare a ricercare tutte le ipotesi nelle quali un servizio ulteriore (quali ad esempio una pubblicità) potrebbero forse riferirsi ad attività di violazione ad opera di terzi del diritto d’autore». In pratica, sottolinea ancora Sarzana, «se nell’articolo 1 del decreto si trasformava il cittadino in un organo di polizia giudiziaria qui si trasforma il provider, o la piattaforma di servizi, in un soggetto che deve passare i suoi giorni a verificare se tutte le attività del suo business (ivi comprese pubblicità, organizzazione di servizi) siano in grado di violare preventivamente i diritti di terzi rispetto a servizi già forniti e perfettamente leciti».

Una normativa così composta è destinata probabilmente ad arenarsi in Commissione o comunque a ricevere gli strali della Commissione Europea. Rimane però l’ennesima ferita del legislatore al mondo della Rete, che in Italia ha trovato alle Camere più ostacoli che non vantaggi. Per questo è necessario ricordare i nomi dei singoli proponenti, più che dei partiti di riferimento (la storia dimostra come svarioni di questo tipo siano democraticamente bipartizan). Letta la normativa occorre pertanto tornare all’inizio, all’origine del problema: Centemero, Pescante, Formichella, Versace, Vignali, Bernardo, Castiello, Dell’Elce, Di Caterina, Fucci, Gottardo, Iannarilli, Nastri, Nicolucci, Pili, Porcu, Razzi, Scalera, Vella.

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