Il
Il bottino preferito dei pirati è stato il software, i libri, la musica e naturalmente i film.
Ovviamente i mancati guadagni per le Major sono ancora più rilevanti visto che la condivisione di materiale protetto da copyright mediante il peer to peer non si può rilevare esattamente e quantificare.
Per ciò che concerne i supporti fisici (CD-rom e DVD), gli sharer prediligono i videogiochi seguiti a ruota dai film.
Secondo le stime della
Il Web è come un contenitore dove chiunque può trovarvi facilmente ciò che cerca
afferma Vito Alfano, dirigente della SIAE, che prosegue:
Addirittura anche gli extracomunitari si sono lamentati del calo di vendite di materiale piratato
Siamo alle solite insomma, tutti si lamentano ma la situazione non cambia. La verità è che manca una normativa completa (senza vuoti legislativi) che disciplini in toto la materia, determinando una certezza della pena, sia nei confronti degli sharer, che nei riguardi dei provider, che spesso, in maniera del tutto arbitraria, violano la privacy dei propri utenti limitando un sacrosanto diritto personale: quello della libertà.