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Il numero degli utenti che si affida alla pirateria per le proprie esigenze di fruizione, da film a serie TV, scende di mese in mese grazie all’emersione di piattaforme e servizi legali. I produttori di contenuti, tuttavia, rimangono in ricorsa rispetto all’universo delle possibilità garantite dalla Rete. La nuova sfida si gioca tutta sull’
A sostenerlo è Adam Turner, esperto di tecnologia per il Sydney Morning Herald: se l’industria dei contenuti non starà al passo delle innovazioni di Internet, non potrà far altro che soccombere alla
A sostegno di questa ipotesi, l’autore porta come esempio la nuova stagione di "Doctor Who", serie britannica di culto in tutto il mondo. Per contrastare l’emersione di copie pirata dello show, la divisione australiana di ABC ha stretto accordi con l’inglese BBC – produttrice del serial – per la trasmissione in simulcast con il Regno Unito. In altre parole, gli utenti australiani potranno accendere il televisore di primissima mattina per vedere il telefilm in contemporanea con l’Inghilterra. Vi è però una differenza: mentre nel Regno Unito la visione sarà garantita in HD, in Australia la stessa sarà in definizione standard. E questo, almeno a giudicare da come gli utenti paiono essersi organizzati su forum e social network, ha già gettato benzina sul fuoco dell’universo dei torrent. Non serve però attendere il "Doctor Who" per ottenere conferma, anche le già trascorse stagioni di "Games Of Thrones" e "Homeland" sono andate incontro al medesimo destino: il simulcast è in bassa risoluzione? Via libera al
Il fatto che emittenti e case cinematografiche si organizzino per la diffusione di contenuti in contemporanea fra le diverse parti del mondo è, nei fatti, un’ottima strategia per combattere la pirateria. L’utente è spesso costretto a rivolgersi al mercato illegale, per evitare di attendere mesi – talvolta anche anni – per poter fruire del proprio prodotto preferito. Eliminata l’attesa,