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Non sono solo i pirati di domani, ma anche quelli di oggi. I bambini, come anche gli adolescenti, sempre di più crescono in un mondo dove la pirateria è ordinariamente tollerata ed imparano ad usare i suoi strumenti prima di conoscere quelli del commercio.
Il risultato di uno studio Microsoft rivela quello che è sotto gli occhi di tutti, cioè che i bambini sono avidi consumatori di materiale pirata e che almeno nel 60% dei casi lo fanno per motivi economici. Si tratta di un pubblico che ha tempo a disposizione, elasticità mentale e non è spaventato dalle novità (il che significa imparare di continuo sistemi nuovi). Più della metà dei bambini ascoltati si rifornisce dal peer to peer e un quinto utilizza "siti d’aste".
Microsoft ha anche tentato di chiedere loro il perchè di tale propensione alla pirateria e si è sentita rispondere che i costi rispetto degli equivalenti legali sono troppo alti pur non essendoci differenza sostanziale. Alchè da Redmond si sono levate grida di allarme per i pericoli di malware cui i bambini vanno incontro incoscienti. Quattro bambini intervistati su dieci, scelti nella fascia di età 11-16 anni, ammette di cercare (e in certi casi acquistare) contenuti pirata pur sapendo che lo sono e che è illegale.
Quello che però la ricerca Microsoft non rivela è il coefficiente di fascino che la pirateria esercita sui bambini e l’influenza familiare in materia. Tra gli indicatori ne manca uno che rilevi quanto sia appetibile comprare un bene che si trova a meno, o anche gratuitamente, in un mondo ove tale pratica è spesso comunemente accettata dal contesto circostante.
Il commento della società produttrice di Windows, come