PayPal: niente più rimborsi per il crowdfunding

Finanziando progetti su Indiegogo o altre piattaforme di crowdfunding ed effettuando il pagamento con PayPal, non sarà possibile chiederne la restituzione.
PayPal: niente più rimborsi per il crowdfunding
Finanziando progetti su Indiegogo o altre piattaforme di crowdfunding ed effettuando il pagamento con PayPal, non sarà possibile chiederne la restituzione.

Nel 2013 ha fatto il suo debutto su Kickstarter una campagna per finanziare la produzione di  CST-01, un orologio con display e-ink dal profilo molto sottile. Un dispositivo avveniristico a quel tempo, capace di attirare l’attenzione di molti e di raccogliere il denaro richiesto per avviarne la realizzazione. Due anni più tardi il progetto è stato accantonato e il suo team smantellato. Nei giorni scorsi, infine, la conferma: i backer non riceveranno alcun rimborso per la somma versata. Rimarranno a bocca asciutta, senza device né soldi.

È solo uno degli esempi di come le cose potrebbero non andare nella giusta direzione sulle piattaforme di crowdfunding. Nonostante il supporto economico da parte della community online sia necessario per consentire lo sviluppo delle idee e la creazione dei prodotti (talvolta innovativi), in alcune situazioni capita purtroppo di assistere ad un fallimento. In questi casi, PayPal non garantirà più la possibilità di recuperare il denaro versato, come evidenza una modifica della policy da parte del servizio di pagamento. Il cambiamento diventerà effettivo a partire dal 25 giugno.

Stiamo aggiornando l’elenco degli oggetti che non sono coperti dalla Protezione Acquisti. I nuovi oggetti non coperti sono: pagamenti sulle piattaforme di crowdfunding, qualsiasi cosa comprata da (o una somma versata ad) agenzie governative, scommesse, gaming o altre attività con una quota di iscrizione e un premio.

Non si fa alcun riferimento esplicito alle piattaforme interessate, ma si tratta ovviamente di realtà come Indiegogo, mentre Kickstarter pur offrendo il supporto a tutte le carte di credito più diffuse non integra PayPal come sistema di pagamento (GoFundMe ha invece escluso PayPal da tempo, in favore di WePay e Stripe). Ad una richiesta di chiarimenti sulla questione da parte di Gizmodo, un portavoce del servizio ha specificato che la variazione della policy riguarderà alcuni paesi, almeno in un primo momento.

In Australia, Brasile, Canada, Giappone, Stati Uniti e altri territori abbiamo escluso i pagamenti effettuati alle campagne di crowdfunding dai programmi di protezioni per i nostri acquirenti. Questo ha a che fare con le incertezze e i rischi legati al finanziamento dei progetti in crowdfunding, che non garantiscono un ritorno per l’investimento effettuato.

PayPal non intende dunque caricare sulle proprie spalle la responsabilità di dover rimborsare investimenti non andati a buon fine a causa di terzi o per fattori al di fuori del suo controllo. È bene esserne consapevoli quando si decide di finanziare progetti in crowdfunding.

Lavoriamo come partner con le piattaforme di crowdfunding per spingere chi è alla ricerca di fondi a comunicare ai finanziatori i rischi legati a questo tipo di investimenti.

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