Partite e serie TV online: chiudono 144 siti

La Guardia di Finanza di Brescia ha disposto la chiusura di 144 siti, responsabili della distribuzione illegale di serie TV e partite di calcio.
La Guardia di Finanza di Brescia ha disposto la chiusura di 144 siti, responsabili della distribuzione illegale di serie TV e partite di calcio.
Partite e serie TV online: chiudono 144 siti

Sono stati chiusi ben 144 siti dediti alla distribuzione illegale di partite di calcio e serie TV, in piena violazione della legge sul diritto d’autore. È quanto comunica la Guardia di Finanza di Brescia, così come sottolinea il quotidiano Repubblica, nell’illustrare il blocco a una delle attività più estese di streaming illecito.

Così come confermato dalle autorità, i 144 siti si occupavano della distribuzione, in modo del tutto illegale, di eventi sportivi, film, serie tv e altri contenuti protetti da copyright. Denominata "Free Football”, l’operazione è stata condotta dal nucleo speciale tutela privacy e frodi di polizia economico-finanziaria di Brescia, in collaborazione con il nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanzia di Roma, tramite il coordinamento della procura di Brescia.

Il Gip del Tribunale di Brescia ha disposto il sequestro preventivo di tutti questi

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, inviando notifica ai provider italiani affinché ne impediscano l’accesso. I portali in questione, così come spiega il quotidiano, risultavano altamente organizzati, con veri e propri palinsesti per gli utenti finali, divisi tra partite di calcio, contenuti on demand, serie TV tratte da servizi a pagamento, dirette sportive e molto altro ancora.

Le autorità sono intervenute sia per proteggere i diritti dei detentori del

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, i quali hanno subito una perdita economica dalla distribuzione gratuita di questi contenuti in rete, sia per bloccare l’eventuale giro di guadagni illeciti che questi portali riescono a organizzare, ad esempio con l’advertising martellante.

Al momento, non è nota nel dettaglio la lista dei siti effettivamente bloccati, né i loro indirizzi. Così come già accennato, le autorità hanno tuttavia disposto un blocco tramite DNS e – a meno che non si ricorra a servizi esteri come quello di Google o Cloudflare – tutte le pagine dovrebbero ora essere inibite ai navigatori italiani.

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