Parola d'ordine: innovazione

Parola d'ordine: innovazione

Il 4 Febbraio, a Milano, si è tenuta, sotto l’organizzazione di

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, la prima Conferenza Nazionale dei Servizi Innovativi e Tecnologici. L’evento, che ha assunto un grande valore per gli addetti ai lavori, è stato organizzato con lo scopo di studiare delle strategie ad-hoc, al fine di sostenere l’imprenditorialità del Paese e rendere ancor più competitive le soluzioni B2B e B2C, analizzando i dati riguardanti i Servizi ICT nel mercato italiano ed internazionale.

Dalle parole degli esperti e dalle analisi esplicate durante il convegno sono venuti fuori dati molto interessanti, sui quali riflettere. Infatti, ci si è chiesto come sia possibile che un settore, quello dell’ICT, che costituisce il 13% del Pil nazionale e che occupa 2,5 milioni di persone, possa essere ancora latitante di una vera politica di sostegno e sviluppo dei Servizi innovativi e tecnologici, che dia merito al settore con i più elevati ritmi di crescita (50%), occupazione (24%) e investimenti (52%) degli ultimi cinque anni.

A catturare l’attenzione dei presenti è stato l’intervento di Alberto Tripi, presidente di Confindustria SI, il quale ha esordito ricordando che l’ICT costituisce un panorama vasto e articolato che abbraccia una miriade di sotto-settori industriali legati alle nuove tecnologie, come servizi di ingegneria, consulenza direzionale e tecnica, Internet, qualità, radiofonia e televisione, ricerche e sondaggi, informatica, telecomunicazioni, applicazioni satellitari, comunicazione e marketing, contenuti digitali, e-media, formazione, ricerca e sviluppo, facility management e global service.

Lo stesso Tripi ha anche dichiarato:

“Per ogni punto percentuale di Pil prodotto, quello italiano contiene in media il 20% in meno di innovazione, istruzione, ricerca e sviluppo, conoscenza, rispetto a quello dei principali paesi europei”.

Considerati questi dati, gli esperti presenti hanno avanzato 10 possibili proposte, mirate a rilanciare la crescita e l’innovazione del settore, tra cui:

  • liberalizzare i mercati;
  • investire in conoscenze;
  • modernizzare l’Amministrazione e le condizioni di lavoro nei nuovi mercati;
  • promuovere l’innovazione e la flessibilità del mercato;
  • puntare al digitale e alle infrastrutture IT;
  • introdurre nuovi strumenti finanziari di accesso al credito;
  • procedere all’equiparazione di oneri fiscali e tributari.

Con la crisi che, secondo gli esperti, di qui a poco invaderà il settore dell’ICT, iniziative e proposte come questa potrebbero risultare preziose per attutire un periodo che è stato definito come “il secondo 2001”.

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