Open Access, Assoprovider non si fida

Assoprovider ha diramato un duro comunicato particolarmente critico nei confronti di Telecom Italia e dell'idea Open Access. Si accusa l'incumbent di aver approfittato del vuoto politico attuale per partorire una 'furbata' utile ad evitare lo scorporo
Open Access, Assoprovider non si fida
Assoprovider ha diramato un duro comunicato particolarmente critico nei confronti di Telecom Italia e dell'idea Open Access. Si accusa l'incumbent di aver approfittato del vuoto politico attuale per partorire una 'furbata' utile ad evitare lo scorporo

Il Garante ha espresso soddisfazione, mentre le parti che maggiormente sono chiamate in causa ancora non sembrano essere particolarmente baldanzose. Anzi. “Open Access“, l’idea nata in Telecom Italia per dividere la rete dall’azienda pur senza operare uno scorporo vero e proprio, trova infatti le critiche dell’associazione Assoprovider e si intuisce come il percorso di rinnovamento voluto dall’azienda non sarà accompagnato da troppi favori presso la concorrenza.

«Assoprovider si augura che la questione dello Scorporo della rete Telecom non si chiuda con Open Access, una furba trovata di Telecom Italia che approfitta del vuoto politico per proporre una falsa soluzione al problema della concorrenza nel mercato italiano delle TLC»: esplicito fin da subito il giudizio Assoprovider. Il comunicato prosegue: «Open Access non è Open Reach, come ha sottolineato Franco Bernabè, amm.re delegato di Telecom Italia; lo stile inglese, daltronde, non è mai piaciuto a tutti i corpi dirigenti che si sono alternati nell’incumbent. Open Access non è la separazione con una società ad hoc della rete, l’unica che consentirebbe un reale controllo dell’accesso alle risorse, ivi inclusi la parità di costo, bensì un bel maquillage senza possibilità di riscontro nei conti e nei bilanci di una società dedicata solo al “service” degli operatori».

L’idea è dunque stroncata nel merito, definita come una “furbata” per evitare lo scorporo, con l’associazione pronta a scagliarsi anche contro l’eccessivo lassismo di un Garante per le Comunicazioni troppo ben disposto nei confronti dell’incumbent: «Per fortuna è intervenuta la Commissione europea a smorzare i toni idilliaci che si respiravano in Italia constatando che Open Access non è sufficiente e ribadendo la superiorità del modello inglese di Ofcom; così anche Calabrò ha fatto timidamente marcia indietro nelle sue ultime dichiarazioni, prendedo tempo per valutare quanto sia appropriata la soluzione proposta».

Per Open Access, insomma, la strada si fa in salita dopo una piccola discesa iniziale. «Cambiamo tutto per non cambiare nulla», ma a questo punto non è detto che non cambi davvero nulla pur di cambiare tutto.

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