Ongo: il negozio online delle news

Nasce Ongo, il primo aggregatore di news di qualità per gli utenti. Un progetto che esclude la pubblicità affidandosi alla sottoscrizione in abbonamento.
Ongo: il negozio online delle news
Nasce Ongo, il primo aggregatore di news di qualità per gli utenti. Un progetto che esclude la pubblicità affidandosi alla sottoscrizione in abbonamento.

C’è una start up americana che impiega i nomi più celebri dell’informazione e ha un obiettivo ambizioso: far pagare le notizie nel mondo del Web e del mobile perché sono scelte bene.

Si chiama Ongo e oggi ha aperto il suo sito Internet, mentre domani sbarcherà sull’iPad. Dietro questo nome ci sono tre colossi dell’informazione USA: il Washington Post, il New York Times e la Gannet, che pubblica USA Today.

Per la prima volta insieme, tre editori diversamente vicini al Web: Rupert Murdoch, il giornale della Grande Mela (anche lui vicino al nuovo tentativo di contenuti a pagamento) e la Gannet che è tra i pionieri dell’informazione online nel mondo.

L’idea alla base del loro progetto è che ci sono lettori bombardati da un flusso di notizie tutte troppo uguali e per di più provenienti da molte fonti diverse. Ongo vuole fare il contrario: tante notizie di qualità, diverse, da un’unica fonte.

Ma per questo servizio bisognerà pagare: 6 dollari e 99 al mese, anche se molte delle notizie che il sistema filtra per il lettore,si possono trovare tranquillamente gratis in tutto il Web, compreso le edizioni online delle rispettive testate. Perché allora si dovrebbe pagare?

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La risposta è che da un unico sito sarà possibile trovare le notizie migliori, selezionarle, condividerle sulle piattaforme social e senza alcuna inserzione pubblicitaria a disturbare la lettura.

Le testate stanno aderendo, ma ci sono anche molte resistenze, la più forte delle quali è quella classica in questi casi: se il lettore non è spinto ad andare al sito originale si perdono visite e raccolta pubblicitaria.

Naturalmente Ongo compensa questa perdita di impression con una percentuale sugli abbonamenti, la scommessa però è un’altra (a partire da Google News): il flusso di visite porta a conoscere notizie e testate giornalistiche che altrimenti resterebbero quasi sconosciute, quindi il Web è sempre un’opportunità perché mette in vetrina il tuo prodotto.

Funzionerà? Lo stesso New York Times è sincero nell’ammettere che ci sono applicazioni che offrono ai lettori notizie gratis sui dispositivi mobili, e ci sono milioni di persone  che si rivolgono a siti come l’Huffington Post, Twitter o Facebook per visualizzare i feed delle notizie aggregate dagli amici.

“Ma Ongo ha editor professionali che scelgono le storie migliori”, spiega Alex Kazim, ex dirigente di eBay, fondatore e amministratore delegato di questa start up.

La domanda è interessante: sono sempre e comunque i nostri amici, per quanti siano, a essere i migliori nel proporci i contenuti che più ci interessano?

Al momento, secondo una ricerca, solo il 12 per cento dei lettori è disposto a pagare per un servizio come quello di Ongo, ma l’obiettivo di trasformarlo in un negozio non-stop di informazioni, includendo blog, riviste, video, è decisamente intelligente.

Per stimolare l’adesione è stato pensato anche di regalare un mese gratis a chi condivide una notizia di Ongo sul proprio social network e a chi si abbona dopo il primo giorno di prova.

Potete scaricare una guida per capirne di più. In attesa che anche in Italia prima o poi qualcuno provi a fare qualcosa di nuovo su questo tema.

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