gTLD (general Top Level Domain): siamo a meno tre. Dei sette nuovi nomi di dominio adottati dall’Icann a novembre del 2000 mancano all’appello i domini .museum e .aereo e .pro. I restanti nomi a dominio (.biz, .info, .name) sono stati attivati alla spicciolata negli ultimi cinque mesi. L’ultimo in ordine di arrivo è stato una settimana fa il .coop.
Così il mosaico degli indirizzi Web è completato a metà. Dopo un anno e passa di critiche feroci rivolte all’ente americano per la gestione dei nomi di dominio, i nuovi indirizzi Web (a furia di parlarne) rischiano di sapere già di vecchio. Le accuse piovute erano soprattutto di negligenza e di lassismo verso l’adozione di nuovi general-Top-Level-Domain mentre Internet aveva sete di indirizzi Web.
Le url in grado di assorbire il grosso dei nomi a dominio non sostenuti dagli intasatissimi .com, .net e .org sono state comunque attivate. Per ora manca all’appello dell’extensions più gettonate il .pro, dedicato al mondo delle professioni.
Le extensions .museum e .aereo (insieme al recente .coop) sono nomi a dominio ristretti. Il loro uso e l’annessa registrazione sono aperti solo a determinate categorie, rispettivamente i musei e le compagnie aeree.
Per il momento la più parte fanno i gTLD senza restrizioni, quelli che chiunque può registrare. Anche se questi rischiano di essere gli ultimi indirizzi Web ad uso universale. Il futuro segnato dei nomi di dominio sarà l’uso ristretto, più razionale e meglio gestibile, come
C’è stato un incremento solo del 2% degli indirizzi web nell’ultimo anno. Ben poca cosa rispetto al tasso di crescita del 2000, triplicato rispetto all’anno precedente ed a quello in raddoppio del 1999 rispetto al 1998. Il Web ha veramente intenzione di rallentare? Al 31 dicembre del 2000 i domini registrati erano 28.2 milioni e a settembre del 2001 erano 32 milioni. Però buona parte dell’effetto di rallentamento rispetto alla crescita furiosa dei due anni precedenti è dovuto al cybersquatting, si affretta a dire il Registars storico della Rete. L’accaparramento dei nomi di dominio per poi rivenderli a caro prezzo non paga molto. Se n’è accorto anche Nicky Grauso, l’imprenditore sardo che proprio qualche annetto faceva parlare di sé con la sua idea di registrare nomi a dominio utilizzando parole comuni, con l’intento poi di rimetterli in commercio. A buona parte dei nomi proprio durante quest’anno, Grauso ci ha rinunciato.
Sarà tutta colpa del cybersquatting se i nomi a dominio classici calano? Quanto invece può dipendere dall’arrivo dei nuovi nomi a dominio? Vediamo di seguito come il Web ha reagito all’introduzione delle nuove url.
.Biz
.Info
Vanno via velocemente anche i domini .info. A due mesi dall’attivazione, i domini per i siti d’informazione avevano
.Name
Stando alle cifre di pre-registrazione anche i nomi di dominio dedicate ai nomi di persone dovrebbero duplicare il successo dei più anziani .info e ,biz.
.Coop
Infine .coop. L’extension, dedicata al mondo delle cooperative si è