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Ennesimo capitolo dello scandalo Datagate, ancora firmato Edward Snowden e pubblicato dal New York Times. Il grande quotidiano americano ha svelato nell’edizione domenicale alcuni documenti che proverebbero che, oltre ai tabulati telefonici e alle mail, la National Security Agency è in grado di utilizzare i profili di Facebook e di altri social per creare mappe di connessioni sociali dalle quali non sono esclusi neppure gli americani. Una vera bomba.
Basta dare un’occhiata alla
Un sospettato, ma quanti spiati?
La questione è di enorme delicatezza. Persino partendo dal presupposto che se un’agenzia governativa controlla un cittadino è perché lo ritene degno di questa attenzione ci sarebbe molto da discutere su questi metodi. Ma quando dalla documentazione – che pure ha un uso interno – non viene specificato il numero di connessioni sociali analizzate, e se queste sono sempre implicate in possibili reali, viene il sospetto che questi metodi siano stati utilizzati in abbondanza. La ragione, forse, per la quale la NSA fino ad oggi si è sempre rifiutata di entrare nel dettaglio. Per ogni sospettato, quanti cittadini sono stati spiati senza ragione, violando i più comuni diritti?

Una diapositiva del 2009 mostra un esempio di "arricchimento" dati: localizzazione GPS e TomTom , reti sociali online, codici bancari.
Il database non sarebbe stato utilizzato
Pur non chiarendo la situazione, anche su questo ennesimo scoop la NSA ha dato una spiegazione rassicurante: è vero, il database è stato arricchito anche dalle attività social, ma non è mai stato usato. Questo trattamento dei dati serviva a scoprire eventuali connessioni tra gli obiettivi dell’intelligence e gli abitanti degli Stati Uniti, ma evidentemente non è risultato efficace. Qualcuno può ritenersi soddisfatto?
Come spiegare una simile intrusione?
Il presidente Obama ha già ordinato una modifica dei criteri di raccolta dei dati della NSA, ma ormai non è questo il punto. Del Datagate fa impressione la facilità con la quale questi dati sono raccolti: siccome sia Facebook che Google e altre realtà del Web hanno assicurato di non avere mai permesso ingressi diretti nei loro server (e nessuno è incappato in tunnel segreti sotto le loro sedi) resta l’altra spiegazione, che però mette in discussione tutta l’infrastruttura mondiale: i
Stando così le cose, non ha più senso parlare di responsabilità di quel sito o di quel governo. L’infrastruttura – comunque più complessa di quella satellitare – è spiata, quindi tutti i dati che vi passano e vanno nel cosidetto mainway, il repository della NSA dove ogni giorno arrivano 700 milioni di registrazioni telefoniche, un miliardo di registrazioni dai cellulari e molto altro. Secondo il documento di bilancio al Congresso, un totale di 20 miliardi di file analizzabili in sessanta minuti.